TRACKLIST:
1 - Walk into the fire
2 - The dragons fly
3 - Swing the steel
4 - Midnight train
5 - Fire away
6 - Demon killer
7 - Cemetary
8 - Flesh machine
TRACKLIST:
1 - Walk into the fire
2 - The dragons fly
3 - Swing the steel
4 - Midnight train
5 - Fire away
6 - Demon killer
7 - Cemetary
8 - Flesh machine
Dopo ben sette anni dal debut-album “Windrider”, uscito nel 2005 per i tipi della Sentinel Steel, vede finalmente la luce questo "Marching on", secondo lavoro sulla lunga durata per la cult-band californiana Axehammer. Come facilmente intuibile dal nick, dalla copertina e dall’intero immaginario descritto dalla band, è il Power Metal americano il terreno sul quale amano muoversi i nostri, memori della lezione impartita dai gruppi che hanno fatto la storia del genere, Omen e Riot su tutti. Sarebbe però ingiusto limitarsi ad accostarli ai mostri sacri degli anni ‘80, tacendo sul fatto che loro stessi appartengono a pieno titolo a quella schiera di band che hanno scritto pagine importanti della storia del Metal classico a stelle e strisce. Ed è proprio ai defenders più incalliti che si rivolge questo “Marching on”, un album che trasuda “attaccamento”, coerenza e passione da ogni poro, e che dimostra, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che per scrivere ottima musica non è necessario inseguire a tutti i costi presunte scelte innovative che spesso non aggiungono nulla a quanto già detto da altri.
“The dragons Fly”, Swing the steel”, Cemetary”, “Flesh machine” mettono in luce una band in forma smagliante, capace di legare in alcuni passaggi un purissimo Us Metal alla tradizione della Nwobhm, come dimostra il lavoro del basso di Horacio Colmenares proprio in “The dragons fly”, splendida cavalcata metallica dagli echi maideniani molto marcati. L’album è perfettamente bilanciato, pezzi più tirati si alternano ad altri più cadenzati , con la voce del nuovo cantante – Kleber Mandrake- che va ad esaltare l’atmosfera epica ed oscura che si respira per tutto il disco. Bravissimo anche Jerry Watt nel macinare riff su riff di purissimo acciaio americano.
Per concludere, siamo in presenza di un piccolo gioiellino di una band che deve essere (ri)scoperta da chi ama le sonorità più classiche. Il consiglio è quello di dare una chance a questi ragazzi: per tutto quanto già detto…se lo meritano davvero!