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HELL: un viaggio dritto nel male. HELL: un viaggio dritto nel male. Hot

HELL: un viaggio dritto nel male.

recensioni

gruppo
titolo
Curse & Chapter
etichetta
Nuclear Blast
Anno

1. Gehennae Incendiis
2. The Age Of Nefarious
3. The Disposer Supreme
4. Darkhangel
5. Harbinger Of Death (Race Against Time cover)
6. End Ov Days
7. Deathsquad
8. Something Wicked This Way Comes
9. Faith Will Fall
10. Land Of The Living Dead
11. Deliver Us From Evil
12. A Vespertine Legacy

opinioni autore

 
HELL: un viaggio dritto nel male. 2013-12-19 22:51:58 Dario Onofrio
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    19 Dicembre, 2013
Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 2013
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Benvenuti signori e signore, allacciate le cinture perché stiamo per partire in un viaggio che si imprimerà come un marchio nelle vostre teste e sulla vostra pelle. A condurre il nostro traghetto gli HELL, storica band della NWOBHM formata nientemeno che da Tim Bowler e Kevin Bower, entrambi ex membri dei Sabbat. Quanti di voi conoscevano una delle band più seminali del panorama metal anni 80'? I loro testi, intrisi di satanismo e humor nero, trasformarono, insieme alla roccia sprigionata dai riffs e la voce del compianto David Halliday le demo degli HELL in un culto assoluto.
Nel 2010 la Nuclear Blast offre ai demoniaci musicisti l'opportunità di riformare la band. Per l'occasione Kev Bower decide di abbandonare la chitarra lasciando spazio all'amico Andy Sneap (anch'egli nei Sabbat) e chiamando l'istrionico David Bower a cantare. Esce nel 2011 Human Remains, raccolta di vecchi pezzi risuonati con strumentazione moderna, per donare ai fan il sound che non hanno mai potuto sentire negli anni 80'. Ma la prova del nove arriva con Curse & Chapter. La domanda era: gli HELL saranno in grado di scrivere pezzi del calibro dei loro vecchi trascorsi? Test che a mio parere è stato superato appieno.
Il mio consiglio è skippare l'intro Gehennae Incendiis e passare direttamente a The Age Of Nefarious. Ora: ditemi chi nel 2013 è capace di scrivere un pezzo così. Non solo la perfezione nel sound mista alla ruvidità delle chitarre ci trascina in un vero e proprio inferno da headbanging, ma la voce a metà tra King Diamond e Kai Hansen di David Bower è spiazzante. Questo singer non canta: recita.
Tutto in questo pezzo funziona: dai bridge al perfetto chorus, un gioiello di fiammante metallo fuso come non si sentivano da anni e anni a questa parte. The Disposer Supreme non fa che confermare ciò che abbiamo sentito prima: "Bleeding eyes withness, this evil extreme, the last antichrist, the disposer supreme!". Un'intro malvagia e fredda ci accompagna in un devastante riffing che si spezza solo all'entrata in scena del singer. La bravura con cui gli HELL riescono a costruire ogni singolo frammento dei loro pezzi si scorge nei meravigliosi bridge e nel pezzo rallentato con voce distorta, per non parlare dei solo della coppia Sneap/Bowler.
Ma è con Darkhangel che entriamo nel vivo di questo disco: un pezzo oscuro dedicato a Alister Crownley, cosa possiamo chiedere di meglio? Tutto in questo pezzo funziona, dall'agguerrito riffing al chorus con voce effettata, per non parlare del "rise!" durante il bridge, che si imprimerà come un marchio nella vostra testa. Ben sette minuti a metà tra heavy, power e thrash metal, in un idillio di pura malvagità.
E ora tocca ad alcune vecchie glorie come la spettacolare cover dei Race Against Time dal titolo Harbringer Of Death, un pezzo di pura NWBOHM school. La storia di questo pezzo tra l'altro vi commuoverà un po': i Race Against Time sono stati la prima band di David Halliday, e gli altri due musicisti dell'antica band sono stati chiamati a fare le back vocals nel pezzo! Grazie agli acuti di David e alla bellezza del sound, tra il nostalgico e la novità, diventerà sicuramente uno dei vostri tormentoni. Altro pezzo inedito è End Ov Days, che inizia anch'esso con un'intro acustica per poi esplodere in un puro massacro heavy vecchio stampo, che vi farà letteralmente svitare la testa dal collo. Le tastiere si riprendono poi il loro posto durante lo stacco verso la fine del pezzo, in puro, purissimo stile King Diamond. E qui la band infila un altro tocco di classe: tra preghiere, mitragliatori e suoni di guerra inizia Deathsquad, un pezzo puramente strumentale che oscilla tra heavy, power e thrash senza nessun problema, andando a pescare suoni tipicamente eighties alla Running Wild o persino Iron Maiden. Anche le tastiere "modernizzate" si amalgamano benissimo nell'atmosfera del pezzo, rendendo lo stacco con l'effetto organo un'apoteosi malefica e geniale. Non c'e n'è per nessuno: Tim Bowler e Andy Sneap si alternano tra ritmica e solista spiazzando l'ascoltatore con una varietà di riff infinita, portandoci infine alla conclusione del pezzo.
Altro pezzo di nuova acquisizione è Something Wicked This Way Come, che inizia tra le urla di una sala di turtora per poi esplodere nuovamente in un altro spettacolare riffone, con un chorus e una varietà compositiva che vi lasceranno senza fiato nonostante la formula della canzone metal sia rispettata fin nei più scrupolosi canoni. Arriviamo verso la fine con l'unico pezzo a mio parere sotto rispetto agli altri: Faith Will Fall è un'altra veloce composizione che però manca leggermente di mordente, anche se il chorus è veramente molto interessante. Torniamo negli anni 80' con una doppietta incredibilmente potente: Land Of The Living Dead e Deliver Us From Evil vi trascineranno senza pietà in un oceano di mosh ed headbanging al quale non saprete resistere. Se esistesse un girone dell'inferno dove si è condannati a pogare e fare headbanging tutto il tempo probabilmente Satana sceglierebbe questi due pezzi, entrambi di una freschezza e di una resa encomiabili. Vi emozionerete come poche volte, ve lo assicuro.
Ed eccoci alla fine con la maestosa A Vespertine Legacy, che tra incalzamenti heavy e riprese di chorus con tastiera vi stregherà e vi condurrà con le sue fredde mani alla fine del disco. Da notare specialmente il bellissimo assolo, forse il più riuscito di tutto il disco.
Fine. Abbiamo viaggiato fin dentro alle radici della malvagità con cinque elementi che semplicemente suonano heavy metal. Si, avete capito bene: HEAVY METAL. Moderno, con un sound tutto nuovo, non troppo nostalgico e non troppo esageratamente sperimentale.
Altro che Ghost BC signori miei. Qua c'è tutto: heavy metal e teatro. E ai criticoni che dicono che troppa teatralità fa male alla musica e che gli HELL sarebbero semplicemente una band da "satanismo da quattro soldi" rispondo citando Pirandello:

"Il Teatro non può morire.
Forma della vita stessa, tutti ne siamo attori;
e aboliti o abbandonati i teatri, il teatro seguiterebbe nella vita, insopprimibile;
e sarebbe sempre spettacolo la natura stessa delle cose."

Gli HELL hanno fatto del grottesco e del grand guignol il loro marchio di fabbrica, unendo l'aspetto scenico a una perfetta proposta musicale. Chi critica questo disco, molto semplicemente, è solo invidioso o non capisce l'arte dell'heavy metal.

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