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I Wombbath insistono I Wombbath insistono Hot

I Wombbath insistono

recensioni

gruppo
titolo
Beyond the Abyss
etichetta
Pulverised Records
Anno

 Tracklist:

1) Intro

2) Words unspoken

3) A Symphony of Dread

4) Discord of Doom

5) Beyond the Abyss (Visualizer video)

6) Malevolent

7) Faces of Tragedy

8) Deep Hunger

9) The Damned and the Slain

10) Consumed by Fire

 

Membri:

Hakan Stuvemark - chitarra,

Johnny Petterson - voce, chitarra,

Thomas von Wachenfeldt - chitarra,

Matt Davidson - basso,

Antti Silventoinen - batteria

opinioni autore

 
I Wombbath insistono 2025-04-29 21:48:16 Il Prof
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Il Prof    29 Aprile, 2025
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Nuova uscita per gli svedesi Wombbath, che è una gradita riconferma dopo il clamoroso “Agma” uscito nel 2021, quel doppio album stilisticamente riconducibile al tradizionale death metal svedese sponda Stoccolma ma molto ricco di spunti innovativi, caratterizzati da atmosfere oscure, parti melodiche, elementi grind-core e progressive a cui non mancavano orchestrazioni che rendevano l’album molto vario e assai fruibile a dispetto della sua cospicua durata. Con questo nuovo platter, il quintetto capitanato dall’unico membro originario superstite, il chitarrista Håkan Stuvemark (tra l’altro presta le proprie abilità musicali in numerose bands tra cui Leper Colony e Consumption), sforna un album ancora diverso dal precedente che segna sì un ritorno alle sonorità e allo stile propri della terra natìa ma inserisce nel proprio repertorio elementi innovativi e originali non propriamente riconducibili alla tradizione del Götland, che si dipanano lungo tutta la durata del disco e sempre presenti con caratteristiche proprie di canzone in canzone. Questo non vuol dire però un ritorno agli stilemi fin troppo evidenti con i conterranei Grave o i Dismember (dopotutto i gruppi si sono formati proprio negli stessi anni), l’influenza dei quali la faceva da padrone negli album del periodo post-reunion del 2014. Ridimensionati invece per buona parte gli elementi innovativi del precedente album, che rimangono di contorno solo in alcuni passaggi (come il violino sul finire di alcune canzoni e alcune parti di sinth o addirittura di sax), si nota qui la ricerca di cambiare ancora le carte in tavola: ne esce fuori un songwriting più complicato, più tecnico e che si spinge ai limiti del progressive. Le due chitarre, pur mantenendo il tipico sound della scuola svedese, sono perfettamente amalgamate, si scambiano parti ritmiche, soliste e armoniche in diversi passaggi, studiano soluzioni diverse e non sempre di facile presa. La batteria di Antti Silventoinen si destreggia bene tra i vari passaggi e i cambi di tempo, il basso non presenta un suono distorto ma segue delle linee ben distinguibili e più tecniche. I cambi di tempo e di fraseggi sono moltissimi e ogni canzone brilla di luce propria. Dopo l’intro, già le prime due, “Words unspoken” e “A Symphony of Dread” si caratterizzano per i numerosi passaggi al fulmicotone e le linee melodiche tra voce e chitarre più tradizionali e dirette, con quel sound grasso tipico e riconoscibile e pienamente di scuola Dismember. In “Discord of Doom” le due chitarre e i cori a doppia voce tessono trame lugubri e sinistre, in “Beyond the Abyss” le ritmiche si fanno più veloci e serrate con un gran lavoro del basso, “Malevolent” e “Deep Hunger” si caratterizzano per i cambi di atmosfera tra strofe, refrain, ripresa e parti soliste, con passaggi tecnici e atmosfere sempre tetre e a sprazzi pregne di lugubre melodia. “Faces of Tragedy” è più quadrata e quasi marziale nel suo incedere, su cui si staglia il vocione di Johnny Petterson, sempre presente e dominante, un’autentica macchina da guerra. Chiudono “The Damned and the Slain” e “Consumed by Fire”, le più progressive e tecniche del lotto, cadenzate e intrise di atmosfere e ritmi quasi soffocanti ma non di facile presa grazie alla presenza di elementi dissonanti. Si può concludere che è un disco azzeccatissimo, serio e suonato da musicisti seri e che si pone tra le migliori uscite del genere di questo 2025: mentre i big four svedesi (Entombed, Dismember, Unleashed, Grave) latitano, a sopperire alla loro mancanza ci pensano i Wombbath.

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