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Destruction: stessa formula, nel bene e nel male Destruction: stessa formula, nel bene e nel male Hot

Destruction: stessa formula, nel bene e nel male

recensioni

titolo
Birth Of Malice
etichetta
Napalm Records
Anno

PROVENIENZA: Germania

GENERE: Thrash Metal

TRACKLIST:

1. Birth Of Malice

2. Destruction (OFFICIAL VIDEO)

3. Cyber Warfare

4. No Kings - No Masters (OFFICIAL VIDEO)

5. Scumbag Human Race (OFFICIAL VIDEO)

6. God Of Gore

7. A.N.G.S.T. (OFFICIAL VIDEO)

8. Dealer Of Death

9. Evil Never Sleeps

10. Chains Of Sorrow

11. Greed

12. Fast As A Shark (OFFICIAL VISUALIZER)

 

LINE-UP:

Schmier - Basso, Voce

Randy Black - Batteria

Damir Eskić - Chitarra

Martin Furia - Chitarra

opinioni autore

 
Destruction: stessa formula, nel bene e nel male 2025-03-10 16:24:25 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    10 Marzo, 2025
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

L'intransigenza è una qualità che, se da una parte rende unici e per certi versi forti, dall'altra rischia di plasmare un'immagine piatta, scontata e prevedibile. Questo è esattamente il caso di una band leggendaria, che nel bene e nel male è da più di quarant'anni che macina la stessa formula: i tedeschi Destruction. Un gruppo che non necessita minimamente di presentazioni e che a buon diritto siede con Sodom e Kreator tra le band teutoniche più influenti e leggendarie di sempre. Giunti al diciottesimo disco, il qui presente "Birth of Malice", i Nostri si presentano ESATTAMENTE per quello che sono: un carro armato che investe e devasta tutto ciò che gli si para davanti. Ma, come dicevamo all'inizio, è doveroso parlare anche dell'altra faccia della medaglia, quella che, ahinoi, ultimamente sta facendo capolino tra le ultime produzioni di Schmier e soci: la monotonia.
Ora, che lo stile dei Destruction sia quello e basta - e in fondo ci piace così com'è - è cosa nota e risaputa; tuttavia è innegabile come la discografia risenta parecchio ultimamente di questo costante ripetersi delle stesse soluzioni, proposte praticamente con il pilota automatico e che di fatto rendono ogni nuovo disco della band "l'ennesimo" disco della band, né più né meno. Che sia un pregio o un difetto non spetta a noi stabilirlo, ma ci riserviamo di far notare come il cambio di line-up che vide l'ingresso di Martin Furia alle chitarre, sembrava avesse portato un momento di freschezza nel songwriting, tanto che "Diabolical" del 2022 effettivamente quel guizzo in più ce l'aveva eccome. Eppure in questa sede sembra quasi che l'accenno di novità si sia dovuto conformare a quello che è effettivamente lo stile dei Destruction da 4 decenni e più. Inevitabile, dunque, non notarlo e fare qualche ragionamento.
Discorso a parte lo merita, ovviamente, il leggendario frontman: Schmier. Inossidabile, indistruttibile, immune alla fatica. Insomma, un leader eccezionale, non c'è storia. Ma - perchè c'è sempre un ma -, anche in questa sede lo ritroviamo al suo posto comodo, con soluzioni canore perfettamente prevedibili; il che, lo ribadiamo, è un difetto e un pregio contemporaneamente. Insomma, è chiaro che dopo tutto questo tempo non si possa nemmeno pretendere chissà quali stravolgimenti, però è altrettanto vero che è da parecchio che i Nostri sono ormai schiavi di certi cliché e inevitabilmente seguiti dal senso di monotonia. A voi l'ardua sentenza.

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