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Sadist: un decimo disco degno di questo nome Sadist: un decimo disco degno di questo nome Hot

Sadist: un decimo disco degno di questo nome

recensioni

gruppo
titolo
Something to Pierce
etichetta
Agonia Records
Anno

PROVENIENZA: Italia

GENERE: Progressive Death Metal

TRACKLIST:

1. Something to Pierce

2. Deprived

3. No Feast For Flies (LYRIC VIDEO)

4. Kill Devour Dissect

5. The Sun God

6. Dume Kike

7. One Shot Closer

8. The Best Part Is the Brain

9. Nove Strade

10. Respirium (Instrumental)

 

LINE-UP:

Tommy Talamanca - Chitarra, Tastiere

Trevor Nadir - Voce

Davide Piccolo - Basso

Giorgio Piva - Batteria

Gloria Rossi - Voce 

opinioni autore

 
Sadist: un decimo disco degno di questo nome 2025-03-10 15:54:03 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    10 Marzo, 2025
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Avanguardisti, futuristici, imprevedibili. Sono questi gli aggettivi con i quali descriviamo i liguri Sadist, band ampiamente nota che in questo 2025 spegne i 34 anni di carriera con il qui presente "Something to Pierce": un disco che abbraccia perfettamente la descrizione con cui abbiamo aperto la recensione.
Descrivere lo stile dei Sadist, o comunque cercare di imbrigliarlo in determinate coordinate stilistiche, è impresa pressocché impossibile, perchè se c'è un fattore che caratterizza i Nostri fin dal principio è proprio il fatto che ogni album è un'opera a sé, sempre diversa dalla precedente e mai uguale. In maniera quasi controintuitiva è propria questa peculiarità che rende i Sadist, per l'appunto, i Sadist. Il decimo sigillo licenziato da Agonia Records non è da meno, e ci presenta una band rinnovata nella formazione ma anche nello stile. Laddove il precedente album si presentava più massiccio e, se vogliamo, feroce, ecco che in questo frangente a farla da padrone indiscusso è il songwriting estremamente eterogeneo, liquido e sfuggente. Un continuo sali-scendi dove il Death Metal si insinua tra strutture e sovrastrutture compositive labirintiche, quasi caotiche, per poi riuscire e infilarsi di nuovo nelle fessure. Il tutto accompagnato da una sezione ritmica e canora che rendono l'intera opera esattamente come la descriviamo dall'inizio: imprevedibile. Sembra quasi che la parola d'ordine usata dai Sadist in "Something to Pierce" sia "curiosità": dove i brani sembrano perdersi nella marea ecco che salta fuori quel quid che ti riporta su lidi più definiti, e così via. Chiaramente non stiamo parlando di una band di facile fruizione, ma d'altronde viene da sé che questa impostazione sia quasi elitaria o comunque per chi abbia voglia di addentrarsi nel Progressive Death più contorto e sfuggente, benché affermiamo senza problemi come l'eterogeneità del gruppo non sia da intendere come caos. Nel calderone è sempre - e lo sottolineiamo - presente la firma dei Sadist a ricordarci che siamo nel loro territorio. Insomma, un'opera che non dovete assolutamente perdervi e di cui andare orgogliosamente e patriotticamente fieri.

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