Cosa sarebbe la New Wave of Finnish Heavy Metal? Si tratta di un movimento (che viene definito “alleanza”) nel mondo metal finlandese (il paese con il più alto numero di heavy metal bands al mondo, in base al numero di abitanti), di cui fanno parte anche i Neverfade, gruppo di Tampere formatosi nel 2022 che arriva a tagliare il traguardo del debut album con questo “Thieves in the night”. Il full-length ha un artwork con un disegno futuristico ed è composto da 9 canzoni per la durata totale di quasi 52 minuti, segno che il minutaggio dei vari pezzi non è poi così breve; i Neverfade hanno però una caratteristica molto rara nelle metal bands odierne, cioè quella di riuscire a comporre musica sempre accattivante e coinvolgente, interessante ed affascinante, a prescindere dal minutaggio e così anche le canzoni più lunghe, come “The horror (Out from space)” che supera abbondantemente i 10 minuti, non annoiano mai, ma sono sempre convincenti. Fra queste citerei anche “Hourglass breaking” che, con i suoi 6 minuti abbondanti, vale da sola l’acquisto del cd, vera e propria perla che spicca in maniera assoluta nella tracklist. Sia chiaro, non che gli altri brani siano da meno, anzi! La qualità dell’heavy metal di questo album è semplicemente sopraffina e ben superiore alla media di tante altre uscite, anche di nomi già acclamati e di successo. Sorprende, infatti, come un disco di siffatta qualità non abbia attirato le attenzioni delle labels più attente, lasciando la band costretta all’autoproduzione; è sempre lo stesso discorso: siamo sommersi quotidianamente da immondizie musicali, mentre perle di valore come questo disco vengono ignorati e costretti nell’underground. Ma a chi si ispirano i Neverfade per il loro heavy metal? E’ evidente che la musa degli Iron Maiden è sempre in evidenza ed anche questo quintetto finlandese attinge dall’immensa produzione di Steve Harris & C. ma, se proprio volessimo andare a cercare un gruppo dal sound veramente simile, credo di non sbagliare nell’indicarvi i nostri connazionali Mesmerize, vuoi anche per una certa somiglianza tra l’ugola dell’ottimo Lassi Landström con il nostro mitico Folco Orlandini; forse il basso di Jesse “kämy” Kämäräinen non è protagonista nel sound come quello di Andrea Tito, ma credo questo dipenda in parte anche da una registrazione che è sicuramente migliorabile (solo per questo non accordo la votazione massima!). Per il resto, cos’altro aggiungere? Ho ascoltato più e più volte con enorme piacere questo “Thieves in the night” ed ogni volta veniva quasi spontaneo ripremere il tasto “play”, come accade solo per i dischi migliori; tenete d’occhio questi Neverfade perché questo loro debut album si candida ad essere tra le uscite più interessanti di questo 2025 e non oso immaginare cosa potranno fare in futuro….!!!