1. World Seed
2. Forest Melody
3. Words Of Fate
4. Ocean’s Dream
5. A Swamp Story
6. Thousand Wolves
7. Master Of None
8. The Ritual
9. Mist And Myth
Line Up:
Jordan Fowler: Tutti gli strumenti
1. World Seed
2. Forest Melody
3. Words Of Fate
4. Ocean’s Dream
5. A Swamp Story
6. Thousand Wolves
7. Master Of None
8. The Ritual
9. Mist And Myth
Line Up:
Jordan Fowler: Tutti gli strumenti
Dietro al moniker Ruinforge, si nasconde il nome di un vero e proprio giovane artista trasversale, Jordan Fowler. Oltre ad esser un grande chitarrista, lo statunitense Jordan si occupa di scultura e arte contemporanea che, da quello che ho potuto notare, è la sua più grande passione, sulle sue pagine social primeggiano sopratutto le sue opere d’arte.
Mentre di questo esordio dei suoi Ruinforge, che tra l’altro è una one-man band, c’è purtroppo pochissimo a livello di sponsorizzazione, il che è un peccato, perché l’esordio “Mist And Myth” non è niente male.
Tutto quello che ruota intorno ai Ruinforge nasce dalle sole mani di Fowler, che si è occupato praticamente di qualsiasi cosa: songwriter, arrangiatore, poli strumentista, growler e screamer, produttore, fonico, anche il bell'artwork del disco è opera sua.
Il sound è un folk melodic death di stampo finnico, prendete gli Ensiferum meno scontati, i Wintersun meno ampollosi e aggiungeteci del bel shredding che ricorda il compianto Alexi Laiho, ed avrete un’idea di ciò che è “Mist And Myth”. Un buonissimo debutto, che omaggia quelli che suppongo siano gli artisti e le compagini di riferimento del buon Jordan Fowler.
Anche a livello di testi, niente è scontato, si condannano dogmi e cecità umane, lo sfruttamento della natura, l’indifferenza atavica di fronte a dei pericoli che l’uomo stesso sta creando per poi far finta di non vederli.
A parte quel primo minuto dell’opener dove sentiamo un tappeto di tastiere in solitaria un po’ troppo "plasticose", già dalla seconda parte dell’opener, all’entrata degli altri strumenti, ci ritroviamo subito catapultati nel mondo dei Ruinforge, per un'intro strumentale che tentenna all'inizio, ma che ci meraviglia improvvisamente.
Tanta melodia nella musica, forse un po’ derivativa ma mai scontata, mai fine a se stessa, il tutto retto da un ottimo impianto ritmico che regge benissimo il mood più graffiante e oscuro del lavoro. Il viaggio continua tra momenti sognanti e blast beat esplosivi. Non ci sono particolari cali nella proposta, si tira avanti lisci, con canzoni lunghe il giusto per esprimere emozioni e tecnica funambolica, che rimane sempre al servizio del brano e mai autocompiacente. Il tutto fino alla title-track finale, l’unica traccia che si dilunga fino a quasi a 10 minuti di musica, ma che volano via in un baleno, tanto che, se vi piace il genere, avrete subito voglia di riascoltare “Mist And Myth” ancora e ancora. Complimenti, c'è solo da impegnarsi un po' più nella promozione di questo lavoro, soprattutto in questo tempo, dove escono dischi su dischi, e molti musicisti come Fowler, rischiano di rimanere ingiustamente ignorati.