Mikael Erlandsson non è uno che sta con le mani in mano. Con le sue bands principali, Last Autmun's Dreams (con ben 14 dischi!) prima e Autumn’s Child (con 5 releases) poi, senza contare le collaborazioni con Phenomena, Radioactive, Sapphire Eyes, Heartbreak Radio, Salute, Love Under Cove, il biondo cantante e compositore svedese ha colorato le annate del melodic rock anno dopo anno, senza mai saltarne uno da accompagnare con un'uscita discografica che lo riguardasse. Stavolta rispolvera il suo nome per un lavoro solista che segue quel “The 1” uscito ormai trent'anni fa, seguito poi da altri cinque album.
Qui Mikael può dare sfoggio alle sue influenze senza barriere. Troviamo quindi una tracklist molto varia con ovviamente le basi che poggiano su un mix di pop e rock, ma con alcune sonorità che sorprendono senza dubbio. Se le spensierate “Call My Name” e “Ricochet” si possono collegare ai classici pezzi scritti dal nostro songwriter svedese, le novità arrivano con il tocco di flamenco presente su “Flamenco In The Snow”, sul tocco funky della malinconica “Bug”, con l'ariosa “Put Some Love In The World” che si muove stile musical, la lenta “Paper Moon” con il suo pathos teatrale e poi “C’est La Vie”, un pezzo ricco di passione, di melodie, di trasporto. Un brano quest'ultimo che mette in mostra tutta il calore e l'armonia che le composizioni scritte dalla penna di Mikael sanno trasmettere. Uno di quei pezzi che sembrano usciti dal cuore di questo musicista e che lo rappresentano appieno. La voce unica di Mikael, riconoscibile a chilometri di distanza, così come il suo songwriting fatto di cori, melodie canticchiabili ed atmosfere ariose ma anche a tratti malinconiche; in “The Second 1” troviamo tutto l'Erlandsson che conosciamo. Un disco piacevole, senza dubbio.