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Gauntlet Rule: sulle orme del Metal classico... e non solo Gauntlet Rule: sulle orme del Metal classico... e non solo Hot

Gauntlet Rule: sulle orme del Metal classico... e non solo

recensioni

titolo
“After the Kill”
etichetta
Fighter Records
Anno

Line-up:

Peter Svensson - Basso

Rogga Johansson - Chitarre

Kjetil Lynghaug - Chitarre

Teddy Möller - Voce

Marcus Rosenkvist - Batteria

Jacques Bélanger – Voce in “Bite the Hand That Feeds”

Federica De Boni – Voce in “After the Kill”


Tracklist:

1. Usurper
2. Exception to the Rule (ASCOLTA)
3. Drumhead Trial
4. Bite the Hand That Feels
5. Vengeance
6. The Zero Crag
7. Empire Maker
8. The Night Wind (LYRIC VIDEO)
9. Aeronauts
10. After the Kill
11. The Scythe

opinioni autore

 
Gauntlet Rule: sulle orme del Metal classico... e non solo 2025-01-12 19:00:32 Corrado Franceschini
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Corrado Franceschini    12 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 2025
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Chi conosce in maniera approfondita l’ambiente del Metal estremo sa di sicuro chi sono i Paganizer. Il loro chitarrista Rogga Johansson assieme al bassista Peter Svensson (Assassin’s Blade; Void Moon etc), ha formato nel 2019 i Gauntlet Rule con l’intento di allontanarsi dalle sonorità della band madre, per proporre Heavy Metal classico. Quello che in realtà emerge dall’ascolto di alcuni degli undici pezzi di “After the Kill” (secondo album del combo) è il fatto che i cinque svedesi hanno ben in mente gli stilemi del Power Metal battente e questo ne inficia in parte l’originalità. La differenza la fa il fatto che quando uno pensa che il brano sia uguale a tanti altri, arriva un guizzo che ne stravolge il corso. La voce di Teddy Moller non garantisce sempre la giusta spinta ma tutto sommato, visti i diversi generi presenti nel disco, va promossa. Qualche dubbio lo conservo sulle chitarre: un conto è fare soli alla Slayer che sono delle schegge impazzite, ma ben inserite nel contesto; un altro è fare delle sfuriate su scale serrate, che tendono a ripetersi come schema. Fortunatamente, come in parte detto, la varietà dei generi toccati dai nostri e un certo savoir-faire nella scrittura e nella composizione contribuiscono a migliorare la resa generale di “After the Kill”. Fra i pezzi migliori, non a caso, metto “Bite the Hand That Feels”. La voce dell’ospite Jacques Belanger (Assassin’s Blade; Kill ed ex Exciter) è aggressiva e regge bene il gioco agli strumentisti che passano da uno incipit simil-orientale, ad un ritmo che vira verso il Power-Speed. Nella norma il contenuto vocale apportato dalla nostra Federica “Sister” De Boni dei White Skull nell’eponima “After the Kill”. La sua ugola si inserisce in un contesto Power ora trascinato ora “compresso”, ma non mi sembra sia stata valorizzata a dovere. Gli otto minuti e mezzo della conclusiva “The Scythe” dimostrano la capacità del quintetto di saper comporre brani articolati, interessanti e con delle chitarre che, in questo caso, riescono a ritagliarsi il loro momento di gloria. Cito come esempio di brani che potevano avere miglior sorte “Exception to the Rule” e “Aeronauts”. La prima segue il solco tracciato dagli Iron Maiden, ma manca di mordente e di voce adeguata. La seconda, che è la traccia bonus del CD, non è brutta ma ha i volumi delle chitarre troppo alti rispetto ai rimanenti strumenti e alla voce. Sicuramente è stata messa come canzone extra per questo motivo. Do ad “After the Kill” la sufficienza. Cinque elementi di provata esperienza come quelli che compongono i Gauntlet Rule, possono fare di meglio.

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