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Ousiodes, il progetto di Ollie Bernstein arriva al quarto album Ousiodes, il progetto di Ollie Bernstein arriva al quarto album Hot

Ousiodes, il progetto di Ollie Bernstein arriva al quarto album

recensioni

gruppo
titolo
"The forest"
etichetta
Shaded Moon Entertainment
Anno

TRACKLIST:

1. The forest

2. Symbol of justice (OFFICIAL VIDEO) 

3. The reclusive orchestra (LYRIC VIDEO) 

4. These images

5. Waves

6. 明日を信じて(LYRIC VIDEO) 

7. Fire

8. The fastest bear

9. I am the one

10. 宛のない航海

11. Not afraid

12. Curtain call

13. The grand machine (2024)

 

 

Line-up:

Ollie Bernstein - Chitarra, Basso, Tastiere, Voce

 

Guests:

Kohei Iyoda - Chitarra solista sulla traccia 3

Jien Takahashi - Chitarra solista sulla traccia 3

Sakura Yoshida - Chitarra solista sulla traccia 3

Uyu – Voce sulla traccia 6

Jinn - Voce sulla traccia 7

Yuuma - Voce sulla traccia 10

opinioni autore

 
Ousiodes, il progetto di Ollie Bernstein arriva al quarto album 2024-12-31 16:45:12 Ninni Cangiano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    31 Dicembre, 2024
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Ousiodes è il progetto solista del polistrumentista americano Ollie Bernstein, ormai da qualche anno trasferitosi a vivere in Giappone; sono ormai circa 10 anni che questo progetto va avanti e questo “The forest” è il suo quarto full-length, uscito in ottobre per l’olandese Shaded Moon Entertainment, ma anticipato a fine agosto nel solo Giappone dalla Ward Records. L’album, dotato di artwork che raffigura un orso bianco, è composto da 13 brani per la durata totale di circa 55 minuti, segno che i brani non hanno lunga durata, ma sono abbastanza concisi. Lo stile del progetto di Bernstein è una specie di power metal melodico, contaminato da generi musicali differenti come il jazz ed il neoclassico e queste contaminazioni sono nel contempo sia il punto di forza che il punto debole del disco, nel senso che il neoclassico (Malmsteen docet!) può sicuramente piacere, mentre la presenza del jazz può risultare alla lunga spiazzante e destabilizzante (prendete la title-track o la quarta traccia “These images”, ma anche “Curtain call”, che sembrano canzonette natalizie e comunque sono alquanto fuori contesto). Ho ascoltato e riascoltato diverse volte questo disco (e questa è la causa del ritardo di questa recensione), ma proprio non riuscivo a buttar giù quelle parti jazzate (dovute soprattutto alle tastiere) che, seppur rendono certamente questo lavoro diverso dagli altri ed a modo suo originale, sinceramente non sono riuscito a comprendere, né a farmi ficcare in testa per accettarle. Se la compattezza estrema a volte può essere un difetto, anche l’estrema eterogeneità finisce per esserlo, perché l’ascoltatore medio rimane disorientato e bisogna essere della giusta predisposizione d’animo e di mente per poterla accettare del tutto. Bisogna inoltre aggiungere che sul Bernstein musicista non si può dire assolutamente niente, dato che è evidentemente molto preparato tecnicamente, ma sul Bernstein cantante qualche dubbio potremmo anche sollevarlo, dato che madre natura non l’ha dotato di un’ugola particolarmente potente (caratteristica che per il power metal è fondamentale), seppur bisogna riconoscere una certa espressività di fondo (la ballad “Waves” è rappresentativa in tal senso). La registrazione potrebbe essere migliorata, ma in fin dei conti va comunque bene. Come detto, ho ascoltato e riascoltato diverse volte questo disco e forse quello che manca realmente è una o più hits che valgano da sole l’acquisto del cd; non c’è, infatti, quella canzone che spacca di brutto, ma si attestano tutte su un buon livello qualitativo, che però è cosa diversa dall’eccellenza. I migliori sono forse il primo pezzo in giapponese (cantato da un ospite, alla sesta traccia) e quelli più genericamente neoclassical power (come il predetto brano in giapponese, “Fire”, anche questo cantato da un ospite, ed in genere quelli della parte centrale della tracklist), che più si avvicinano alla tradizione di questo settore. Tirando le somme, gli Ousiodes di Ollie Bernstein hanno realizzato con questo “The forest” un disco piacevole e ben fatto, ma forse per il futuro sarà necessaria una maggiore compattezza nel songwriting ed un po’ meno contaminazioni, in modo da rendere l’ascolto più semplice e lineare; sufficienza ampiamente meritata!

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