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Kuazar: Non ci siamo proprio Kuazar: Non ci siamo proprio Hot

Kuazar: Non ci siamo proprio

recensioni

gruppo
titolo
Wrath Of God
etichetta
autoprodotto
Anno

Line-Up:

Marcelo Saracho: Basso

Eduardo "Raty" Gonzalez: Batteria

José Gonzalez: Voce/Chitarra

 

Track-list:

1.Truth of Reality   
2.Kuriju    
3.My Life is My Own   
4.Inner Prison    
5.Alcatraz  
6.Hunter and Prey    
7.Black Soul    
8.The World is Destroying Itself 
9.Light of Damnation    
10.Twenty Days in Hell (Boquerón) 

opinioni autore

 
Kuazar: Non ci siamo proprio 2013-11-05 20:31:37 mario
voto 
 
1.5
Opinione inserita da mario    05 Novembre, 2013
Ultimo aggiornamento: 06 Novembre, 2013
  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il debutto dei Kuazar del 2009, recensito così tardi perché arrivatoci solamente di recente, è un disco thrash metal estremo sparato a mille senza pietà. Purtroppo però si tratta di nulla di particolarmente interessante: chiaramente influenzati dagli Slayer, i Kuazar suonano un thrash già sentito fin troppe volte, che rischia di mettere noia alla maggior parte degli ascoltatori.
Dieci tracce di cui neanche la metà riesce a salvarsi: riffs decisamente banali, come detto, gia sentiti, fortunatamente c'è una potente batteria incisiva e la voce del cantante che non è per nulla male. In ogni caso, questa formula thrash non riesce ad incidere e a coinvolgere l’ascoltatore.
Ci sono comunque dei lati positivi, pur non essendo molti: la prima traccia, “The Truth Of Reality”, è una canzone convincente, con ritmiche ben strutturate e schiacciasassi. Certo non è una song che fa gridare al miracolo, ma rispetto a tutte le altre che compongono questo lavoro, è decisamente piacevole. Purtroppo non c’è molto da dire per le tracks che seguono, “Kuriju” e “My Life Is My Own”, in cui i riffs e le ritmiche sono di una piattezza scandalosa e, a mio avviso, non riescono per nulla a convincere l'ascoltatore. Dopo tre pezzi di thrash furioso e violento, il tutto si calma con “Inner Prision”, song strumentale molto piacevole, ma forse un po’ troppo corta.
La furia torna con “Alcatraz”, ennesimo pezzo di classico thrash abbastanza scontato, di ben sei minuti di durata, che non ho gradito molto: ho comunque notato uno splendido assolo che riesce a rendere un minimo interessante l’ascolto, tanto che probabilmente può essere considerato il miglior momento dell'intero album. Arrivano poi le canzoni, a mio parere, più inutili del lavoro, quelle proprio di cui è sconsigliatissimo l’ascolto: se già alcune delle songs precedenti erano scontate, adesso lo sono molto di più, tanto che non riescono proprio a far venir voglia di ascoltarle interamente. Quindi da "Hunter And Pray" a "The Light Of Damnation" l'ascolto è assolutamente sconsigliato. C'è comunque da dire che la traccia finale, "Twenty Days In Hell", si rivela una canzone discreta, con dei buoni giri di chitarre, un buon modo per finire un disco che purtroppo non risulta piacevole.
Come avrete capito, il thrash di questi Kuazar non è del tutto da buttare e ci fa sperare che nel prossimo lavoro si potrà sentire della musica di qualità; per adesso, sono assolutamente rimandati e sconsiglio (a meno che non siete fans estremi del genere) questo "Wrath Of God".

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