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La ristampa dell’incredibile debutto dei Broken Glazz La ristampa dell’incredibile debutto dei Broken Glazz Hot

La ristampa dell’incredibile debutto dei Broken Glazz

recensioni

titolo
"Divine"
etichetta
Punishment 18 Records
Anno

 

Track-List:

1. Faces on the Floor

2. Divine                      

3. Someday                  

4. Electronic Brain    

5. Fun House

6. Mindless Transparency       

7. Life Gone Wrong  

8. Promised Time                     

 

Line-Up:

Pier Querio: Basso

Andrea Verga: Batteria

Ivan Appino: Voce/Chitarra

James Wynnie: Chitarra/Voce

opinioni autore

 
La ristampa dell’incredibile debutto dei Broken Glazz 2013-10-28 13:16:03 mario
voto 
 
5.0
Opinione inserita da mario    28 Ottobre, 2013
Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 2014
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Il thrash è divenuto famoso soprattutto grazie alle bands americane e, in parte, anche da quelle tedesche. Ma anche in Italia c’erano (e ci sono tutt’ora) molte thrash bands valide come, ad esempio, i Necrodeath, i Bulldozer, gli Schizo, gli In.Si.Dia e, ultimi ma non meno importanti, i Broken Glazz. In questa recensione andrò a trattare della ristampa del debutto di quest’ultimi, che contiene anche sei bonus tracks prese dal loro primissimo demo. A mio parere, si tratta di un capolavoro speed/thrash, da cui tutte le bands thrash di oggi dovrebbero prendere esempio, e probabilmente si tratta pure del migliore lavoro nel genere mai uscito in Italia.

Quattordici canzoni (comprese le bonus tracks) imperdibili, con ritmiche e riffs eccezionali, fanno in tutto un’ora di puro thrash con gli attributi ed, a mio parere, fantastico.
Questa bomba si apre subito con una delle tante perle che possiede, si tratta di “Faces On The Floor”, che immediatamente mette in chiaro le capacità dei musicisti, specialmente del cantante Ivan Appino (pure chitarrista), a mio parere dotato di un eccellente voce. Le influenze sono chiarissime nella loro musica: i Megadeth, come si nota subito ai primi ascolti.
Si continua con la title-track “Divine”, in cui si sente una grande abilità del batterista Andrea Verga; si tratta di un ottimo pezzo con ritmiche veloci e riff di presa e azzeccati: un altro brano che sa prendere l’ascoltatore senza prestare il fianco alla noia o a ripetizioni di troppo. Dopo due canzoni che tutto sommato erano veloci e potenti, arriva una assoluta tranquillità con una bellissima ballad intitolata “Someday”, che si rivela una delle tracce più corte, pur durando ben cinque minuti. L’assalto thrash torna con “Electronic Brain”, brano potente, ma non troppo, in cui sono veramente degni di nota i lavori alle chitarre di James Wynnie e Ivan Appino. A proseguire “Fun House”, un brano divertentissimo (come in parte suggerisce il nome), e, rispetto ai precedenti, abbastanza lento. Nulla di fastidioso, anzi, si rivela piacevole per tutta la sua durata, e l’assolo che contiene, pur essendo alquanto corto, è uno dei momenti migliori di tutto l’album. Finita una traccia abbastanza corta, ne arriva invece una lunghissima per gli standard del thrash metal: “Mindless Transparency” è una canzone di ben sette minuti, che mette in mostra ancora una volta le potenzialità dei Broken Glazz che, pur in un brano così lungo, non annoiano mai. Non ho compreso l’utilità di “Life Gone Wrong”, una canzone (sempre se può essere definita tale) di quarantotto secondi in cui si sente il cantante recitare delle strofe; sono sicuro ci sarà stato un motivo per questo brano, ma io non sono riuscito a comprenderlo. Il disco si chiude con una song ancor più lunga di “Mindless Transparency”: si tratta di “Promise Time”, canzone di quasi dieci minuti, che parte con un'intro, in un certo senso, strumentale, e riesce a rapire l’ascoltatore per tutta la durata, senza mai far venire voglia di smettere l’ascolto. Come ho gia detto, questa è tecnicamente l’ultima traccia di questo capolavoro, ma nella ristampa ci sono anche sei bonus tracks, di cui adesso andrò a parlare.
La prima song è “Rights Of Your Pride”, brano che parte con intro strumentale, per poi scatenare in faccia del puro thrash metal potente e massiccio; si tratta di un altro pezzo alquanto lungo, di ben sei minuti di durata. E' comunque gradevole, con un'altra prova della bravura del singer.
Ci arrivano poi i riffs veloci e decisi di “Waking The Line”, in cui la band mette in mostra ancora una volta le sue qualità e sforna assoli veramente fantastici. Si passa poi all’ascolto di un’ altra bellissima, ma alquanto corta, ballad di nome “Abstract”.
“Total Despair” è un altro pezzo thrash incazzato e potente quanto basta, che colpisce l’ascoltatore con dei riffs decisi, di presa, e che non annoiano mai; fanno anzi venire voglia di riascoltare più volte il brano. Il tutto finisce con la track, probabilmente, più veloce di tutta l’opera, in cui i riffs sono più vicini allo stile Slayer: un ottimo modo per porre la parola "fine" a questo grandioso disco.

A mio parere, ogni thrasher che si rispetti deve ascoltare almeno una volta nella propria vita capolavori come questi! Lavoro che è ovviamente consigliato, anche perché è un pezzo della storia del thrash metal italiano.
Magari il gruppo, che si è riunito di recente, ci sfornerà un altro disco, chi lo sa... Ad ogni modo, "Divine" rimane un capolavoro, affrettatevi ad ascoltarlo!

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