TRACKLIST:
1. Aquarius
2. Stormzone
3. I Rule The World
4. When The Spirits Fly Away
5. I Believe You
6. Zachery
7. Into the Darkness
8. Fallen Ones
Rhino – voce, batteria
Alex Stephens – chitarre
Kevin Burns – chitarre
Ned Meloni - basso
TRACKLIST:
1. Aquarius
2. Stormzone
3. I Rule The World
4. When The Spirits Fly Away
5. I Believe You
6. Zachery
7. Into the Darkness
8. Fallen Ones
La prima formazione degli Angels of Babylon, anno 2008, può essere considerata alla stregua di un supergruppo, o quasi. Da allora ad oggi molto è cambiato ma il batterista Kenny Rhino Earl (ex-Manowar, Holy Hell e molti altri) non ha perso la sua passione e il suo possente drumming. Il terzo album degli Angels of Babylon, “Aquarius”, mi ha soddisfatto in pieno e vi preannuncio sin da ora, che lo troverete al primo posto della mia classifica di fine anno (magari a pari merito con un altro N.d.A.). In questo terzo lavoro ci sono otto pezzi dalla produzione impeccabile e sono ognuno diverso dall’altro. Niente noia, grande energia, ma anche tratti melodici suggellati da tastiere mai invadenti. Questo, in estrema sintesi, il quadro generale dell’album. Si inizia con il Metal roccioso dai riff di chitarra poco geometrici dell’eponima “Aquarius”. Scoppio del ritmo che vira all’Heavy e solo scatenato lasciano il segno. “Stormzone” possiede una struttura varia e un ottimo assemblaggio dei ritmi, che non risultano mai “addormentati” né noiosi. “I Rule the World” sfrutta i solchi tracciati dal genere epico - cadenzato e permette alle chitarre di Alex Stephens e Kevin Burns di venire alla luce in tutta la loro perizia e conoscenza, oppure di “tramare” in sottofondo. “When the Spirits Fly Away” è un concentrato di tranquillità, e melodia apportata dalle tastiere. La voce di Rhino prende quota su delle note che, in certi passaggi, mi hanno ricordato una vecchia canzone di Mike Oldfield, “Guilty” del 1979, il cui video fungeva da sigla di una trasmissione Tv italiana (credo fosse Pop, Rock and Soul). “I Believe in You” è un Heavy battente e aggressivo, supportato da un solo di chitarra violento. “Zachery” è aperta da una fase prolungata di tastiere semi cupe e poi, dopo novanta secondi, sfocia in un ritmo in cadenza classica che sembra uscire direttamente da un album di Ronnie James Dio. Il risultato finale, grazie anche ad un coro insistente, è eccellente. “Into the Darkness” alterna strappi che passano dalla cadenza al suono pesante e veemente, sino ad arrivare a dei break epici. “Fallen Ones” è forgiata su un Power/Speed che verrà apprezzato dagli amanti degli Helloween, suffragata come è dal ritmo impresso dalle chitarre. Per una volta mi sbilancio e dico: “Acquisto obbligatorio”! Buon ascolto.