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Pectora, un disco con luci ed ombre Pectora, un disco con luci ed ombre Hot

Pectora, un disco con luci ed ombre

recensioni

gruppo
titolo
"Twilight knights"
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. A celestial signal
2. Twilight knights =VIDEO UFFICIALE=
3. Cold void
4. Victory in defeat =VIDEO UFFICIALE=
5. Cosmic menace
6. Children of the atom =VISUALIZER VIDEO=
7. Where everything begins
8. A race through the dark
9. On forlorn wings

LINE UP:
Philip Butler - voce
Morten S. Nielsen - chitarre
Søren Weiss - chitarre
Gustav Solberg - basso
Nicolas K. Frandsen - batteria

opinioni autore

 
Pectora, un disco con luci ed ombre 2024-06-15 17:39:46 Ninni Cangiano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    15 Giugno, 2024
Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 2024
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I Pectora arrivano dalla Danimarca dove si sono formati nel 2011; da allora hanno realizzato un album (“Untaken” nel 2019, sconosciuto al sottoscritto), un paio di EP ed una manciata di singoli e demo, prima di autoprodurre questo secondo LP intitolato “Twilight knights”. L’album, dotato di un artwork non proprio esaltante, è composto da otto canzoni, cui si aggiunge la solita inutilissima intro (“A celestial signal”), per una durata totale di quasi 50 minuti. Qualcuno potrebbe sostenere che il minutaggio elevato dei brani è un segno di una certa prolissità, ma curiosamente in questo disco sono proprio i pezzi più lunghi a funzionare meglio. Tracce come la title-track e la conclusiva “On forlorn wings”, grazie anche ad un ritmo sempre brillante, convincono ed hanno la capacità di coinvolgere. Altrettanto, invece, non si può dire dei pezzi più brevi, come “Victory in defeat” e soprattutto “A race through the dark” che sembrano non decollare mai e si dimostrano evidentemente un gradino sotto a livello qualitative rispetto al resto. Un altro brano che non mi ha convinto particolarmente è la lenta, quasi sabbathiana, “Cosmic menace”, che forse, questa sì, avrebbe funzionato con un paio di minuti in meno. Dispiace, perché obiettivamente il disco è fatto con attenzione, il basso del nuovo entrato Gustav Solberg è splendido protagonista in tutte le canzoni (“Where everything begins”, ad esempio, senza il suo apporto sarebbe un pezzo alquanto banale), le due chitarre sono cariche di groove e piacevoli da ascoltare, mentre la batteria dell’ottimo Nicolas K. Frandsen dovrebbe lavorare sempre come fa ottimamente in “Children of the atom” (il pezzo migliore del disco!). C’è poi il singer inglese Philip Butler che non dispiace assolutamente, anche se obiettivamente c’è di meglio in giro, persino nella sola Danimarca (chi ha detto Søren Adamsen?). I vari ascolti dati a questo album sono stati anche gradevoli dato che l’Heavy con qualche tocco di Power Metal suonato dai danesi non dispiace; bisogna però mettere in evidenza che non tutti i pezzi funzionano in maniera ottimale e soprattutto quando il ritmo rallenta, il songwriting finisce per essere un po’ troppo “pesante” e poco brillante. Per il futuro i Pectora hanno bisogno di concentrarsi maggiormente sulla qualità della loro proposta musicale, cercando di mantenere sempre alti gli standard qualitativi; al momento questo “Twilight knights” merita sicuramente un’ampia sufficienza, ma non oltre.

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