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Toxic Holocaust: Ci siamo quasi Toxic Holocaust: Ci siamo quasi Hot

Toxic Holocaust: Ci siamo quasi

recensioni

titolo
Chemistry of Consciousness
etichetta
Relapse Records
Anno

 

Line-Up:

Joel Grind: Voce/Chitarra

Philthy Gnaast: Basso

Nikki Rage: Batteria


Track-List:

1. Awaken the Serpent                                                                      

2. Silence                                                                                             

3. Rat Eater                                                                                         

4. Salvation Is Waiting                                                                      

5. Out of the Fire                                                                                          

6. Acid Fuzz                                                                                        

7. Deny the Truth                                                                                

8. Mkultra                                                                                                      

9. I Serve ...                                                                                         

10. International Conspiracy

11. Chemistry of Consciousness          

opinioni autore

 
Toxic Holocaust: Ci siamo quasi 2013-10-25 11:58:57 mario
voto 
 
2.5
Opinione inserita da mario    25 Ottobre, 2013
Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 2013
  -   Guarda tutte le mie opinioni

I Toxic Holocaust sono una delle band più famose in tutta la nuova ondata thrash e dimostrarono di saperci fare con i loro primi due bellissimi album “Evil Never Dies” e “Hell On Earth”. Due lavori di thrash grezzo e old school, guidati dal grintoso cantante/chitarrista (al tempo unico membro della band) Joel Grind, dotato di un ottima voce potente e malvagia.
Purtroppo si deve sottolineare che la loro ricetta era semplice e non offriva nulla di nuovo e si sa che semplicità non fa sempre rima con qualità; dopo i primi due ottimi dischi, pubblicarono “An Overdose of Death” e “Conjure And Command”, due albums che, a mio parere, a parte un paio di canzoni, erano alquanto sotto tono e mediocri. Quest’anno tornano con il loro quinto lavoro, intitolato “Chemistry of Consciousness”, un'altra release di thrash grezzo e elementare, che è sicuramente meglio dei due precedenti albums della band. C’è comunque da dire che non tutto è esattamente positivo: molte canzoni, pur essendo di breve durata, si presentano noiose a causa di riffs gia sentiti molte volte e che spesso sembrano ripetersi tra le varie canzoni, anche troppo spesso.
Ci sono comunque anche lati positivi, che andrò a sottolineare ora andando a parlare delle tracce che lo compongono.
La prima song è “Awaken the Serpent”, uno dei brani che ho gradito di più, pur essendo cortissimo (solo un minuto e mezzo di durata!). Certo, non è una track che fa gridare al miracolo, ma è decisamente meglio di molte altre che compongono questo disco, grazie anche a dei riffs meno scontati e banali di molti altri.
Arriva subito dopo una delle tracce che ho gradito meno, “Silence”, in cui i riffs e le ritmiche si iniziano a fare molto scontate, banali e che suscitano spesso noia, fortunatamente ho trovato alquanto piacevole l’assolo. Dopo un brano decisamente sotto tono, arriva invece il mio preferito di tutto il lavoro: “Rat Eater”, un bel pezzo incazzato, potente e furioso, con ritmiche di impatto e che sanno trattenere l’ascoltatore fino alla fine; forse uno dei migliori che i Toxic Holocaust abbiano mai fatto! Mi sembra poi inutile parlare di “Salvation Is Waiting” e “Out Of The Fire”, pezzi che non ho gradito affatto, che sanno molto di gia sentito (specialmente i riffs iniziali della prima). “Acid Fuzz” è gia molto meglio, ma lascia ancora quell’amaro in bocca che non riesce a convincere del tutto. Stessa cosa per i tre brani che seguono, “Deny The Truth”, “Mkultra” e “I Serve”, tracce di poco impatto e che sanno ancora di gia sentito (pure di riffs gia utilizzati in passato dalla band). C’è comunque da dire che il disco migliora verso la fine, con due canzoni potenti e convincenti: “International Conspiracy” è una track furiosa, potente e che non si presenta noiosa o banale; mentre la title track “Chemistry of Consciousness” inizia con un giro di basso veramente piacevole, per poi esplodere con riffs devastanti.
Alla fin fine, quest’album non è orribile, ma obiettivamente è pieno di difetti. Non è il peggiore della carriera dei Toxic Holocaust (a mio avviso lo è “An Overdose Of Death”), ma è nettamente inferiore ai primi due splendidi lavori di questa band. Mi dispiace, ma questa volta non riesco a considerarlo un disco del tutto riuscito e lo consiglio solamente se siete grandissimi fans di thrash metal grezzo e old school.

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