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Un secondo album più maturo e complesso per gli irlandesi Vircolac Un secondo album più maturo e complesso per gli irlandesi Vircolac Hot

Un secondo album più maturo e complesso per gli irlandesi Vircolac

recensioni

gruppo
titolo
Veneration
etichetta
Sepulchral Voice Records / Dark Descent Records
Anno

PROVENIENZA: Irlanda 

GENERE: Death Metal 

FFO: Bølzer, Grave Miasma, Dead Congregation, Funebrarum, Dismember 

LINE UP: 
Darragh O' Laoghaire - voce 
Jason Keane - chitarre 
Brendan McConnell - chitarre, basso 
NH Purcell - batteria 

TRACKLIST: 
1. The Lament (I Am Calling You) [03:12] 
2. Veneration [05:15] =AUDIO UFFICIALE= 
3. Unrepentant [04:10] 
4. Our Burden of Stone on Bone [07:54] 
5. All Comes to Pass, Nothing Shall Remain [03:31] 
6. Reflection [04:09] 
7. She Is Calling Me (I. War II. Death III. Redemption) [08:41] 

Running time: 36:49 

opinioni autore

 
Un secondo album più maturo e complesso per gli irlandesi Vircolac 2024-02-29 13:36:43 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    29 Febbraio, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

A ben cinque anni di distanza dal discreto "masque" tornano a farsi sentire gli irlandesi Vircolac con il loro secondo full-length a titolo "Veneration", rilasciato come il precedente da Sepulchral Voice Records in Europa e da Dark Descent Records in Nordamerica. Un lustro che è servito ai lupi mannari (questo il significato della parola "vircolac" in rumeno) di Dublino per evolvere le proprie sonorità in qualcosa di meno barbarico, ma non di meno violento e primordiale. Se "Masque" era infatti un disco improntato su di un selvaggio attacco frontale, in questa loro nuova opera i Nostri hanno sì mantenuto quell'approccio brutale e sfrontato, ma hanno nel contempo reso in un certo qual modo più complesse le strutture dei propri brani. Tra l'altro i Vircolac sorprendono sin da subito con una lunga intro - "The Lament (I Am Calling You)" - dal sapore di vecchi canti celtici, prima di partire all'attacco con la title-track, pezzo dalle ritmiche quanto mai nervose che ci mostra come sul piano compositivo i Nostri siano maturati e nemmeno poco: basta rendersi conto di come la canzone letteralmente cambi il proprio registro nella seconda metà, in un certo senso più ragionata e dotata di passaggi più cadenzati in cui fa capolino un buon senso melodico. Per quanto con lo scorrere della tracklist possiamo ritrovare quelle influenze riconducibili ai vari Bølzer, Grave Miasma o Dead Congregation, in pezzi come "Unrepentant" o "Reflection" possiamo trovare rocciosi patterns tipici della vecchia scuola svedese (Dismember/Grave su tutti), ma anche, più in generale, quella natura mutevole che fa da ingranaggio attorno cui ruota tutta questa macchina di Metallo della Morte perfettamente oliata che è "Veneration"; una minacciosa aura cangiante che ci ha fatto venire in mente come prima cosa gli Ulthar, probabilmente esempio più lampante delle attuali doti del combo irlandese, che esplodono in tutta la sua oscura luce nei due brano più lunghi del lotto, "Our Burden of Stone and Bone" - in cui i Vircolac invadono senza remore i territori del Death/Doom - e la conclusiva "She Is Calling Me", mini-suite in tre parti (War, Death e Redemption) che rappresenta a nostro avviso anche il momento più alto dell'intero album. Dopo più attenti ascolti, la sensazione è che oggi i Vircolac tentino di rifuggere qualsiasi precisa catalogazione: la band irlandese sembra abbia voluto consapevolmente scegliere un percorso più impervio di cui "Veneration" è il punto di partenza; in tal senso questo loro secondo album può essere visto come un passaggio interlocutorio verso un futuro in cui, continuando su questa strada, potrebbero anche togliersi diverse soddisfazioni.

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