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One Day in Pain: old school Swedish Death senz'infamia e senza lode One Day in Pain: old school Swedish Death senz'infamia e senza lode Hot

One Day in Pain: old school Swedish Death senz'infamia e senza lode

recensioni

titolo
In Pain We Trust
etichetta
Awakening Records
Anno

PROVENIENZA: Svezia 

GENERE: Death Metal 

FFO: Grave, Entrails, Dismember, Entombed, Nihilist, Carnage 

LINE UP: 
Ludvig Engellau - voce 
Fredrik Carlstedt - chitarre 
Jakob Sarkar - chitarre 
Andreas Mallander - basso 
Niclas Olsson - batteria 

TRACKLIST: 
1. Tremors [02:40] =AUDIO UFFICIALE= 
2. Rådbråkad [03:20] 
3. Plague Imprisoning [03:29] 
4. Kneel [03:32] 
5. Father War [04:10] 
6. In Pain We Trust [03:37] 
7. Suffering, My Gospel [03:17] 
8. Doomsday Congregation [02:56] 
9. Killing Faster [03:09] =VIDEO UFFICIALE= 
10. Prayer Unheard [04:02] 

Running time: 34:07 

opinioni autore

 
One Day in Pain: old school Swedish Death senz'infamia e senza lode 2023-11-28 17:26:59 Daniele Ogre
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    28 Novembre, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

I One Day in Pain si formano nel 2020, quando Nicke Olsson (Putrid Vision, ex-Centinex) si è ritrovto a casa malato di Covid e ha cominciato a scrivere pezzi per divertirsi. Da lì si sono poi uniti a lui altri musicisti provenienti tra gli altri da Putrid Vision e Demonical tra gli altri; una formazione partita a razzo con due full-length in due anni, prima di prendersi giusto un annetto di pausa e tornare in questo novembre 2023 con "In Pain We trust", terzo studio album appena rilasciato da Awakening Records. Allora, qui abbiamo una band proveniente da Stoccolma con musicisti abituati a suonare old school Swedish Death Metal: immaginiamo bastino anche solo queste due informazioni per capire in un attimo cosa suonino i Nostri, giusto? No, nessuna sorpresa: i One Day in Pain si dilettano in un Death Metal della vecchia scuola di Stoccolma che prende spunto dai soliti e primi nomi che possano venire in mente in questo particolare genere: la triade Dismember/Grave/Entombed, oltre che Entrails, Nihilist, Carnage (e Unleashed, Desultory...). Per quanto il quintetto si mantenga impegnato e sia arrivato alla pubblicazione del terzo full-length nel giro di quattro anni, la sensazione che si ha è che sia rimasto soprattutto un progetto messo su da musicisti esperti per divertirsi senza tantissime pretese. Ne è un sintomo il songwriting sostanzialmente basico, con pezzi che hanno un bel tiro, un groove bello pesante, i soliti chitarroni in modalità sega elettrica ed una sezione ritmica che si muove con perizia sua quando si spinge sull'acceleratore che quanto i tempi di fanno più pesanti e cadenzati (come nell'ottima "Father War"). Dieci pezzi per poco più di mezz'ora che si lasciano ascoltare senza patemi, ma che vanno anche avanti senza scossoni: un lavoro OSSDM come ce ne sono tanti, tantissimi altri in giro, che intrattiene a dovere per la sua durata, ma che al contempo lascia poco di memorabile. Non un brutto disco "In Pain We Trust", sia chiaro, ma tirando le somme finali è in ogni caso un album che consigliamo espressamente ai die hard fans della scena di Stoccolma.

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