A due anni dal primo album "A Thousand Suns", assistiamo al ritorno degli spagnoli Deimler con quello che è il loro secondo full-length: "Immortalized", rilasciato da Awakening Records. Anche in questo caso, dunque, nuova label per quello che è ora diventato un trio (non c'è più il chitarrista Javi V e segnaliamo l'ingresso del nuovo bassista Xas), che si porta a casa un mio personale punto di stima ancor prima di premere il tasto play per le tematiche del disco: "Immortalized" è infatti un concept basato sulla saga di Alien, i cui primi due capitoli sono nella mia personale sfera dei film irrinunciabili. Ma andando al sodo, i Deimler ci ripropongono il loro Death Metal fortemente contaminato dalla scuola del Nord Europa, con quel mix Svezia/Finlandia che tanto ci aveva colpito nei precedenti lavori. Rispetto al passato, però, i Deimler sembrano badare ancor di più al sodo, puntando su un approccio più diretto e decisamente sfrontato rispetto i precedenti lavori; ridotti insomma quasi allo zero i momenti più tecnici ed avanguardistici à la Demilich, mentre rimangono inalterate le influenze dei vari Dismember/Grave/Entombed da un lato, Adramelech/Demigod dall'altro... con in più una maggior attenzione per melodie taglienti che danno un maggior respiro alle composizioni, come possiamo ascoltare ad esempio nella title-track il cui incipit (e le ritmiche portanti) ha un che di primissimi At the Gates. Musicalmente, insomma, i Deimler si confermano una band estremamente solida, dotata di un songwriting ispirato e che senza strafare riesce a darci quei 3/4 d'ora di ottimo intrattenimento: tredici tracce con dieci pezzi effettivi - contando che abbiamo anche preludio, interludio ed epilogo, tutti di breve durata - che si lasciano ascoltare piacevolmente, con "Nostromo", la già citata title-track, "Xenomorph", "Biomechanical Necrophagous" e "Suffocating Parasite" che si fanno decisamente notare, pur non essendo alcuna di queste la classica hit che potrà farvi saltare dalla sedia. Resta che Pako Deimler e soci piazzano in scioltezza la più classica delle prestazioni solide, ed anzi lo stesso Pako lasciato solo ad occuparsi delle chitarre sembra raddoppiare i propri sforzi contribuendo alla buona risucita di "Immortalized" con una colata lavica di riff. In buona sostanza, se si vuole ascoltare del buon Death Metal che non abbia chissà quali grosse pretese, i Deimler rientrano perfettamente nella categoria: dopo un Ep e due album, i Nostri ancora non han mai deluso.