- Killhammer
- Armies of Hell
- To Hell and Back
- Kill the Beast
- Hate Black
- Children of the Damned
- 300 in Blood
- Angels of Fire
- Warriors of the Northern Seas
- Set the World on Fire
- Crazy Train (Ozzy Osbourne Cover)
Mystic Prophecy: power roccioso e ben suonato. Hot
recensioni
opinioni autore
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Nel mondo del power metal teutonico si possono trovare dalle band più classiche di sempre (Gamma Ray, Helloween) fino a nomi quasi più underground: questo è il caso dei Mystic Prophecy, giunti all'ottavo disco dopo tredici anni di carriera.
Durante questi anni la band è stata un crogiuolo di idee e musicisti che in seguito si sono spostati da altre parti, se non per la presenza costante del singer Roberto Dimitri. Con Killhammer la band si sposta su sonorità più epiche, addirittura a volte rockeggianti, ricordandomi spesso gli svedesi Grand Magus.
Il disco si apre sulla title-track: potente, massiccia, melodica e con un bel riffone, ma è da Armies of Hell che i nostri ci mostrano veramente il loro lato più pesante. Le sonorità sono quelle tipiche della band teutonica, nonostante appunto piccoli excursus su territori epic e quasi thrash metal. To Hell and back è la più classica delle power-ballad, mentre Kill The Beast e Hate Black ci riportano su un territorio fatto di riffoni e cori. Continuiamo su questa strada con Children of the Damned, pezzo dal sapore hammerfaliano (degli ultimi tempi) che se la cava bene col suo chorus trascinante, per poi arrivare al pezzo meglio costruito di tutto il disco: 300 in blood è ovviamente dedicata ai 300 guerrieri spartani che persero la vita nella difesa delle Termopili contro i persiani. Il pezzo si apre su un intro acustica per poi scaraventarci in un riffone "orientaleggiante", scatenare poi un tempo regolare e arrivare a un chorus che non vi sarà possibile non cantare! L'attitudine quasi thrashosa della band qui esce senza problemi, con delle tirate di riff e batteria che ci rimandano davvero a un altro tipo di musica. Angels of Fire e Warriors of the Northern Sea invece riportano il tutto a un livello più classico, la prima orientata verso un più classico heavy teutonico e la seconda verso un power più classico che spesso sfocia ancora in territori thrash.
A chiudere il disco l'arrabbiatissima Set the world on Fire, che sembra quasi riferirsi ai movimenti occupy e alle vicende della crisi economica mondiale, e, come da tradizione, una cover di Ozzy Osbourne: stavolta tocca a un buon riarrangiamento di Crazy Train.
I Mystic Prophecy quindi si mostrano ancora una volta determinati a non cambiare direzione e a continuare su questa strada fatta di riffoni, atmosfere epicheggianti e chorus cantabili. Nonostante possa sembrare banale, comunque, il disco merita almeno un ascolto da parte degli appassionati di heavy e power, non solo per una produzione assolutamente meritevole ma anche per alcune soluzioni veramente interessanti adottate dalla band.