Ecco, questo è un disco il cui annuncio è arrivato decisamente a sorpresa. Crediamo che nessuno s'aspettasse un nuovo album dei Cannibal Corpse solo due anni dopo l'ottimo "Violence Unimagined", eppure eccoli qui i Cannibali di nuovo all'assalto con "Chaos Horrific", sedicesimo studio album per Alex Webster e soci, disco che cementifica ulteriormente il sodalizio con Metal Blade. Complice di un'uscita tanto repentina è probabilmente la chiusura totale durante i due anni di pandemia che hanno costretto praticamente tutte le bands ad impiegare i tempi morti scrivendo materiale: è da qui, ne siamo sicuri, che i Cannibal Corpse hanno tratto la rabbia esplosiva di questo loro nuovo album, unita ad un'urgenza espressiva che deflagra in dieci brani in cui ritroviamo immediatamente una certa familiarità. Le sonorità dei Cannibal Corpse sono infatti quanto mai familiari per le migliaia e migliaia di fans delle leggende americane: blast beat furiosi, una tecnica invidiabile ma che viene messa sempre al servizio della loro basica violenza sonora, groove spacca collo, accelerazioni e decelerazioni repentine quanto perfettamente eseguite... Con in più però, già dallo scorso album, un Erik Rutan in più nel motore. Il veterano chitarrista sembra essersi già perfettamente calato nella realtà Cannibal Corpse, mettendo al servizio della bestia il suo inconfondibile stile che va ad intersecarsi perfettamente con l'approccio più fluido ed a tratti thrashy di Rob Barrett. E sospettiamo che abbia anche dato una mano in fase di composizione - terreno questo sempre ad appannaggio primario di mr. Webster -: crediamo che tutti abbiano trovato forti analogie tra il singolo "Blood Blind" e le sonorità degli Hate Eternal. In generale, "Chaos Horrific" è un album che funziona alla grande (come al solito) formato da dieci brani che suonano secondo dopo secondo 100% Cannibal Corpse (come al solito) e che faranno sicuramente la loro porca figura quando i Nostri cominceranno a girare il mondo (come al solito). E questo perché "Chaos Horrific" nonostante il poco tempo di lavorazione dal predecessore è un lavoro perfettamente centrato e decisamente ispirato, in cui i Cannibal Corpse rimangono perfettamente saldi alle proprie radici, ma non per questo non si rendono conto che siamo nel 2023, dando quindi al proprio operato quell'impronta contemporanea che molti colleghi lasciano invece perdere. Basta ascoltare i singoli, o ancora "Vengeful Invasion" - puntiamo su questa come prossimo "inno" live, insiem alla title-track -, o la spietata doppietta iniziale "Overlords of Violence" / "Frenzied Feeding". I Cannibal Corpse semplicemente non subiscono il peso degli anni che passano - anzi sembrano costantemente migliorarsi col passare del tempo - e mettono a segno l'ennesimo centro perfetto della loro monumentale carriera. D'altra parte è dei Cannibal Corpse che stiamo parlando: quest'album lo si può comprare anche a scatola chiusa.