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Debut album per i Blood Oath nel segno di un Progressive Death old school Debut album per i Blood Oath nel segno di un Progressive Death old school Hot

Debut album per i Blood Oath nel segno di un Progressive Death old school

recensioni

titolo
Lost in an Eternal Silence
etichetta
Caligari Records
Anno

PROVENIENZA: Cile 

GENERE: Progressive Death Metal 

FFO: The Chasm, StarGazer, Atheist, Death, Pestilence, Cenotaph  

LINE UP: 
Ignazio Canales - voce, chitarre 
Ignacio Riveros - chitarre 
Matías Canales - basso 
Benjamín Soto - batteria, voce 

TRACKLIST: 
1. Beyond the Dimensional Gates [04:00] 
2. Sanctuary of Souls [05:38] =OFFICIAL AUDIO= 
3. Fateful Existence [04:16] 
4. The Sacrifice [05:14] 
5. Singularity [05:23] 
6. Reflections of Darkness [04:41] 
7. The Journey into the Depths [04:55] =OFFICIAL AUDIO= 
8. Lost in an Eternal Silence [06:16] 

Running time: 40:18 

opinioni autore

 
Debut album per i Blood Oath nel segno di un Progressive Death old school 2023-09-19 16:38:17 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    19 Settembre, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo il debut album dei tedeschi Hallucinate, Caligari Records fa scendere in campo un altro pezzo da novanta del proprio roster: la label di Tampa ha infatti da poco licenziato "Lost in an Eternal Silence", album di debutto dei deathsters cileni Blood Oath. Formatisi nel 2015 in quel di Concepción, il quartetto cileno pubblica un demo ed un EP a cavallo tra il 2015 ed il 2017, arrivando oggi, sei anni dopo, al primo lavoro su lunga distanza. Musicalmente, se come noi avete il faro puntato sull'attuale scena estrema cilena non vi sorprenderà il fatto che i Nostri siano dediti ad un Death Metal old school dal tasso tecnico elevato, con quelle sonorità che tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90 fecero le fortune di gente come Atheist, Pestilence e Death, per quanto i Blood Oath abbiano al loro interno un afflato quasi psichedelico che richiama fortemente i messicani The Chasm, termine di paragone primario a nostro avviso della band cilena. Il comparto strumentale assume qui, insomma, un ruolo estremamente fondamentale per la buona riuscita dell'opera, riuscendo in pieno nell'intento, tra il buonissimo vortice sonoro impresso dalle chitarre dei due Ignacio (Canales e Riveros) ed una sezione ritmica che fa ben più che imporre ritmiche, soprattutto con il basso di Matías Canales che dona al disco quelle venature Progressive che rendono l'ascolto ancor più interessante. Fotografia perfetta in tal senso non può che essere il singolo "Sanctuary of Souls", compendio delle capacità artistiche e tecniche dei Blood Oath, capaci di concentrare rabbia o,d school e tecnica sopraffina all'interno di un brano scritto in maniera quanto mai egregia. Ma è solo il primo esempio di tanti: "Fateful Existence", "Singularity", "Reflections of Darkness", fino alla conclusiva title-track... in ognuno di questi pezzi - così come nei restanti - riescono a tenere sempre altissima la tensione così come l'attenzione dell'ascoltatore, che si ritroverà suo malgrado ad ascoltare con la massima concentrazione questo disco per coglierne tutte le varie sfumature. Probabilmente ad oggi i Blood Oath sono ancora un gradino sotto a loro connazionali come Inanna e Suppression, ma la strada intrapresa dal quartetto sembra essere quella giusta. Per adesso li promuoviamo grazie ad un debut album molto, molto soddisfacente, ma è ora lecito aspettarsi cose ancor più grandi in futuro.

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