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Sulla scia dei vecchi maestri Doom/Death britannici, il debutto dei Roots of the Old Oak Sulla scia dei vecchi maestri Doom/Death britannici, il debutto dei Roots of the Old Oak Hot

Sulla scia dei vecchi maestri Doom/Death britannici, il debutto dei Roots of the Old Oak

recensioni

titolo
The Devil and His Wicked Ways
etichetta
Hammerheart Records
Anno

PROVENIENZA: Regno Unito 

GENERE: Doom/Death Metal 

FFO: Paradise Lost, Anathema, My Dying Bride, Katatonia, Tiamat 

LINE UP: 
Pete Rowland - voce, chitarre 
Mike Rowland - basso 
Stuart R. Brogan - voce, batteria 

TRACKLIST: 
1. I Defy Thee [05:41] 
2. Cheating the Hangman [04:46] =OFFICIAL AUDIO= 
3. Forest Dweller [04:41] 
4. A Ballad of Two Ravens [02:23] 
5. The Devil and His Wicked Ways [05:54] =OFFICIAL VIDEO= 
6. Cosmic Dark Age [05:45] 
7. Allfather (A Wanderers Tale) [06:53] 
8. Take the Throne [06:49] 

Running time: 42:49 

opinioni autore

 
Sulla scia dei vecchi maestri Doom/Death britannici, il debutto dei Roots of the Old Oak 2023-09-18 15:50:27 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    18 Settembre, 2023
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Sono di recentissima formazione (2021) ma formati da musicisti provenienti da Reign of Erebus/Slaughter of Souls - sostanzialmente potremmo dire che è una continuazione circa un ventennio dopo di questi ultimi -: parliamo dei Roots of the Old Oak, trio britannico che taglia il traguardo del debut album con "The Devil and His Wicked Ways", recentemente licenziato niente meno che da una label di prestigio come Hammerheart Records. Rispetto alla loro vecchia incarnazione - se così vogliamo vederla - è cambiato sensibilmente il genere di riferimento, dato che come Roots of the Old Oak il trio suona un Doom/Death in cui ben chiare sono le influenze delle tre grandi potenze britanniche del genere: Paradise Lost, Anathema, My Dying Bride (e quindi di rimando i vari Katatonia, Tiamat, Amorphis ecc.). Basta il solo primo minuto dell'opener "I Defy Thee" per comprendere a pieno le coordinate stilistiche dell'act britannico: mid-tempo dilatati, atmosfere plumbee, riffingwork dal retrogusto malinconico ed oscuro, il tutto però con una produzione decisamente moderna che bene mette in risalto ogni componente strumentale di quest'opera. Ed è grazie a questo che possiamo notare come sia fondamentale il lavoro alla chitarra di Pete Rowland: il cantante/chitarrista è ottimamente supportato dalla sezione ritmica )sentite come pulsa il basso in "Forest Dweller", n.d.r.), ma gli va dato atto di essere riuscito a dare, con i suoi riff e le meste melodie, quell'aura nera che pervade l'intera opera. Va da sé, "The Devil and His Wicked Ways" non brillerà certo per originalità e probabilmente i brani all'interno della tracklist avrebbero avuto una miglior sorte con una differente collocazione (mettere i quattro brani più lunghi uno dietro l'altro in coda all'opera non è stata probabilmente la scelta più saggia), ma non possiamo dire che il debutto targato Roots of the Old Oak non funzioni: anzi i tantissimi fans di queste sonorità e dei primi lavori delle bands succitate avranno con quest'album una più che gustosa aggiunta alla loro collezione, segnano per Hammerheart Records un'importante doppietta dopo il sontuoso ultimo album degli Asphodelus.

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