Gli Athenesi sfornano un album di debutto convincente
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Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 2023
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Nel Metal estremo, talvolta, i confini musicali sono molto labili. Per questa ragione non voglio ingabbiare gli Athenesi in un solo genere. Certo, nelle nove tracce dell’esordio discografico del terzetto bergamasco dal titolo “At The beginning”, sono presenti marcati riferimenti a gruppi Technical Thrash come gli svedesi Hexenhaus - anno di formazione 1987 -, ma fra le moltissime influenze si possono notare passaggi musicali alla Possessed e alla Immortal dei due periodi, quello blasfemo e quello guerrafondaio /epico. A mitigare tanta foga ed energia ci pensano passaggi più lenti degni degli Amorphis di “Tales From The Thousand Lakes”. La voce belluina e ruvida come la carta vetrata di Marco Espada, anche chitarrista, esprime rabbia e disagio, ma avrei gradito un poco più di diversità nei toni e meno “urlato”. Si può essere cattivi anche in maniera più “sottile”. Le canzoni poi ne avrebbero guadagnato in dinamicità. Il trio da origine a pezzi molto validi cercando di personalizzarli il più possibile. Proprio per questo motivo: la qualità, non è facile trovare una canzone che emerge sulle altre. Per i vari tipi di ascoltatore posso dare qualche consiglio. “Denial” parte da una marcia norrena e si snoda fra il Technical Thrash e ripartenze più o meno “atletiche”. “Human Project” colpisce per i suoi cambi, le sue fasi in calare, e il primo solo di chitarra inaspettatamente dolce. “Inhale Insanity” è costituita da riff intricati (ed intriganti) e cadenze. “Sentence 666” ha delle spezzature e una resa più incisiva dovuta a cambi tecnici. “Universal” vede gli Immortal dell’ultimo periodo affiancati ad un solo di vaga matrice Slayer e a far da cornice, ancora una volta, troviamo ritmi spezzati e galoppate. “At The Beginning” è un esordio niente male che lascia di stucco chi continua a professare una netta esterofilia musicale.