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Primo live per i Nergard, forse troppo breve Primo live per i Nergard, forse troppo breve Hot

Primo live per i Nergard, forse troppo breve

recensioni

gruppo
titolo
“Live in Kalvåa”
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Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. Hell on Earth
2. Where no one would shed a tear
3. Angels
4. Light and shadows
5. On through the storm
6. From the cradle to the grave

LINE UP:
Andreas Nergård – Chitarre, basso
Runar Grimstad – Batteria
Magnus Johansen – Tastiere
Stefani Keogh – Voce
Andi Kravljača – Voce
Mathias Molund Indergård - Voce

opinioni autore

 
Primo live per i Nergard, forse troppo breve 2023-05-07 10:01:56 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    07 Mag, 2023
Ultimo aggiornamento: 07 Mag, 2023
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Avevo conosciuto i Nergard, progetto del musicista norvegese Andreas Nergård, in occasione del loro terzo album “Eternal white”, disco non epocale, ma comunque ben fatto; li ritrovo adesso con addirittura un live album, intitolato “Live in Kalvåa”, anche se più che definirlo “album”, sarebbe giusto chiamarlo “EP”, visto che è composto da soli sei pezzi per circa mezz’ora di durata. Avendo alle spalle solo tre full-length, per la scaletta di questo live vengono estratti equamente due brani per ogni album; ecco quindi che dal primo disco “Memorial for a wish” troviamo l’opener “Hell on Earth” ed “Angels”; dal secondo “A bit closer to heaven” ci sono “Light and shadows” ed “On through the storm”; dall’ultimo disco in studio, il predetto “Eternal white”, ci sono invece la frizzante “Where no one would shed a tear” e la conclusiva nightwishiana “From the cradle to the grave”. Non conosco i primi due dischi dei Nergard, ma a riguardo del terzo posso dire che la scelta su questi due brani non è stata sbagliata. Anche nelle vecchie composizioni, come nelle più recenti, si sente forte l’ispirazione a gente del calibro di Nightwish e Kamelot o, in genere, al Power sinfonico di scuola scandinava. La presenza di tre voci, ben definite e differenti tra loro, arricchisce la proposta musicale, soprattutto quando cantano assieme su registri diversi ed in questa particolarità ricordano terribilmente i nostri Temperance, gruppo in cui l’equilibrio e l’amalgama tra le tre voci è oserei dire fondamentale. L’affascinante Stefani Keogh è quella che dà più cattiveria, risultando in alcuni passaggi quasi maligna; le due voci maschili, quella del bosniaco Andi Kravljača (ex-Thaurorod, tra i tanti) e del norvegese Mathias Molund Indergård (che ricorda vagamente il nostro Gabriele Gozzi dei Fallen Sanctuary) si completano bene tra loro e non dispiacciono per niente! Se devo trovare un difetto è l’assenza di interazione con il pubblico; non so se siano stati effettuati dei tagli al riguardo in sede di produzione, ma un live è bello proprio perché ci sono parti in cui la band interagisce con i propri fans ed, in questo caso, se ne sente la mancanza. Per chi conosce già i Nergard, questo live può essere un interessante pezzo da aggiungere alla propria collezione di dischi; per chi, invece, ancora non conosce questi norvegesi, credo che questo “Live in Kalvåa” sia una buona occasione per approcciarsi ad un gruppo poco conosciuto che, seppur non particolarmente originale, suona un Symphonic Power piacevole da ascoltare.

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