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10 Gen

LE TOP 10 DEL 2018 DELLO STAFF DI ALLAROUNDMETAL.COM In evidenza

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Puntuali (più o meno) come ogni anno, eccoci con le Top 10 dell'intero staff (più o meno) di Allaroundmetal.com. E' stata un'annata proficua per la nostra webzine, con nuove entrate nello staff ed alcune uscite (indolori, invero), nuove collaborazioni con agenzie ed etichette ed il consolidamento di vecchie partnership: e soprattutto con un numero crescente di visite al nostro sito.

Come s'intuisce dall'immagine che accompagna l'articolo, facendo i dovuti calcoli il disco dell'anno per il nostro staff è stato "Firepower" dei Judas Priest, segno che passano gli anni ma nonostante tutto gli "anziani" non li batti; stesso discorso vale per la piazza d'onore, con gli Immortal tornati in grande stile con Demonaz al comando ed il loro "Northern Chaos Gods"; sul gradino più basso del podio la vera sorpresa, visto che è occupato da una band NON Metal, anche se prodotta da Season of Mist: la medaglia di bronzo è infatti conquistata dagli indie/neofolk rockers islandesi Árstíðir con il meraviglioso "Nivalis".

Ed ora bando agli indugi ed ecco le classifiche dei nostri collaboratori.

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Marianna De Pierro:
1. Árstíðir – Nivalis
2. Kanseil – Fulìsche
3. Cara Calma – Sulle Punte per Sembrare Grandi
4. Chronic Hate – The Worst Form of Live
5. Nanowar of Steel – Stairway to Valhalla
6. Methedras – The Ventriloquist
7. Behemoth - I Loved You at Your Darkest
8. Korpiklaani – Kulkija
9. Gwydion – Thirteen
10. Prophets Of The Apocalypse – War Metal

Come potete vedere la mia top 10 del 2018 è un mix di album senza alcun legame di genere, tematiche o qualsivoglia altra caratteristica. Ho messo insieme una lista di quelle bands che “girano” di più nella mia riproduzione musicale o che ho apprezzato recensire; eccezione fatta per gli Árstíðir, i quali hanno prodotto un album magnifico, il migliore di questa annata! La “medaglia d'oro” se la meritano tutta per questa “chicca” musicale da gustare in ogni situazione. La decisione di lasciare il secondo ed il terzo posto a due bands italiane non è affatto casuale: seppur di diverso genere musicale, ritengo che siano gruppi interessanti e da “tenere d'occhio nei loro progetti futuri. Da questa “sfilza di nomi” si evince che spazio davvero su più fronti, non limitandomi ad ascoltare un genere preciso. La musica, per me, non ha confini!

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Daniele “Ogre”:
1. Árstíðir – Nivalis
2. Aborted – TerrorVision
3. Coffin Birth - The Serpent Insignia
4. Necrophobic - Mark of the Necrogram
5. Evoken – Hypnogogia
6. Krisiun - Scourge of the Enthroned
7. Bloodtruth – Martyrium
8. Anaal Nathrakh - A New Kind of Horror
9. Kyterion - Inferno II
10. 1914 - The Blind Leading the Blind

2018 ricco di grandi uscite, tanto che è stato davvero difficile riuscire a stilare la lista della Top10 quest'anno. Anyway, nonostante il mio genere di riferimento sia il Death Metal, in vetta quest'anno piazzo il disco di una band Indie/NeoFolk Rock, il bellissimo "Nivalis" degli Árstíðir, seguito a ruota dal brutale "TerrorVision" degli Aborted e da un'uscita molto recente ma dall'impatto notevole: "The Serpent Insignia" dei Coffin Birth, la band italo-maltese con membri di Hour of Penance, Fleshgod Apocalypse e Beheaded. Il resto della classifica è abbastanza eterogeneo col Black svedese di Necrophobic e Kyterion, l'affascinante ultimo Evoken, il mastodontico nuovo lavoro dei nostri Bloodtruth, il Death classicissimo dei Krisiun, la violenza nichilista degli Anaal Nathrakh e una grande sorpresa di fine anno, ossia il secondo album degli ucraini 1914.
A onor di cronaca, subito fuori classifica sono da menzionare Immortal, Beyond Creation, Obscura, Hooded Menace, Barren Earth, Hamferð e Deadly Carnage

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Virgilio Donati:
1. Angra – Ømni
2. Khemmis – Desolation
3. Sirenia - Arcan Astral Aeons
4. New Horizons - Inner Dislocation
5. Leviathan - Can't be seen by looking: Blurring the lines, Clouding the Truth 
6. Follow The Cipher - Follow The Cipher
7. Hamnesia – Metamorphosis
8. Ephyra - The Day of Return
9. Cage – Images
10. La Bottega del Tempo a Vapore - Viaggi InVersi

Come di consueto, nella mia Top 10 inserisco qualche moniker più noto, con il relativo album uscito nel 2018, a cui dedico il podio, lasciando invece per il resto spazio ad alcuni dischi magari meno noti, ma che mi hanno ben impressionato e ritengo meritino maggiori riconoscimenti e visibilità.

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Massimo Giangregorio:
1. Death SS - Terror Tales
Un mega tributo da brividi, nella migliore tradizione dei pionieri del dark metal nostrano
2. Dimmu Borgir - Eonian
Il nero castello continua a farla da padrone negli inferi del Black metal più progressivo ed evoluto
3. Anvil - Pounding the Pavement
Lips e soci hanno ancora birra in corpo, ribadendo un principio a noi già noto: il metal mantiene giovani e, soprattutto, vivi
4. UDO - Steel Factory
Altro mostro sacro dell'empireo metallico, consolida sempre più il suo marchio di fabbrica
5. Beldam - Pasung
Le streghe son sempre tra noi e non perdono occasione per darci un segno tangibile della loro oscura presenza
6. Wolf Counsel - Demo
Gran bella e convincente prova. Già ben maturi e massicci
7. Ace Frehley - Spaceman
Altro imperituro marchio di fabbrica, quello forgiato nel sacro fuoco del rock dal nostro Spaceman!
8. Et Moriemur - Epigrammata
Pathos sparso a piene mani da questi ottimi doomsters dell'Est Europa. Da seguire fino all'oltretomba
9. Crying Steel - Stay Steel
Tra i fondatori delle italiche fucine metalliche, i felsinei dell'acciaio urlante fanno ancora mooolto sul serio. Album bello tosto.
10. Entierro - Entierro
CD ideale per farsi sotterrare da una valanga di Doom/sludge ad alto cabotaggio. Ascoltare per credere!

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Rob M:
1. Opera IX - The Gospel
Un disco che mostra una band che va ammirata per la longevità e la dedizione che l'ha resa iconica! Lode agli Opera IX e l'augurio che non ci sia mai una fine per album come questi che, ancora una volta, rimarranno immortali nella storia del genere a livello nazionale e non solo!
2. Fordomth - I.N.D.N.S.L.E.
Un disco che va assaporato, con un buon bicchiere di veleno al lato, mentre si spegne lo sguardo verso la fine, verso il buio eterno, verso l'ignoto. Un lavoro ottimo che farà scoprire al mondo uno di progetti più oscuri a livello nazionale.
3. Lucifer's Child - The Order
"The Order" é al 200% un'opera incredibile, che va assaporata fino all'ultimo goccio. Varia, mai monotona, violenta ma poetica.
4. The Lion's Daughter - Future Cult
Questo é al 100% un altro macigno che davvero merita un inchino per saper osare e rapire come pochi saprebbero fare. Un ascolto vi fará capire meglio di mille parole! Preparatevi per l'apocalisse!
5. Kriegsmachine - Apocalypticists
Oltre le vette, i Kriegsmachine arrivano all'album della svolta e lo fanno in grandissimo stile, come in molti fedelissimi si aspettavano, ridendo in faccia a nomi ben più conosciuti ed urlando a gran voce "qui non ce n'è più per nessuno".
6. Decline Of The I - Escape
Senza ombra di dubbio uno dei lavori piú belli dell'anno e senz'altro un valido candidato come miglior disco degli ultimi dieci! Se in principio non si sa bene cosa aspettarsi da questo lavoro, sedetevi comodi e godetevi il viaggio!
7. Kult - The Eternal Darkness I Adore
I Kult non tradiscono le aspettative e, dopo anni di oblio, tornano all'attacco con un lavoro eccelso! Un disco che ha tanto da offrire e che farà la felicità dei true believers, un lavoro ottimo.
8. Deadly Carnage - Through the Void, Above the Suns
I Deadly Carnage han raggiunto la perfezione, questo va riconosciuto. Questo loro nuovo lavoro ha piazzato l'asta in alto e la band é da considerarsi ora una tra le migliori in ambito estremo a livello nazionale. Una perla, la loro, che merita un inchino e religioso silenzio.
9. Hornwood Fell - Inferus
Il malessere che scaturisce da questa esperienza ha un sapore amaro ma allo stesso tempo inebriante. I nostri esprimono in appena quindici minuti tutta la follia che aleggia attorno al progetto ed i risultati son tanto inquietanti quanto portentosi."
10. Rust - Urstoff
Wow! Semplicemente wow! Questo debutto dei Rust, band italiana anch'essa in uscita quest'anno tramite Dusktone, é l'album che non dovrebbe mancare in nessuna collezione di metal estremo che si rispetti.

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Anthony Weird:
1- Immortal - Northern Chaos Gods
2- Powerwolf - The Sacrament of Sin
3- Ghost - Prequelle
4- Drudkh – They Often See Dreams About the Spring
5- Therion - Beloved Antichrist
6- Obscura - Diluvium
7- Amorphis - Queen of Time
8- Necrophobic - Mark of the Necrogram
9- Sargeist - Unbound
10- Shining - X – Varg Utan Block

Quando gli Immortal si separarono, fu un grande dispiacere per i fans, e subito si pensò alla fine della band, aspettammo quindi i nuovi lavori delle due fazioni e, quando Abbath "esordì" con l'omonimo album, furono in molti a storcere il naso : Ci aspettavamo troppo, qualcosa che non era in programma; quindi, con la speranza affievolita, nessuno si aspettava nulla da Demonaz e Horg, che rimasti soli, si sono liberati da tutti gli ostacoli, tutti i fronzoli, creando qualcosa che è stata come benzina sulla nera fiamma. "Northern Chaos Gods" è un signor album, un capolavoro direi, qualcosa che non può scontentare i vecchi fans e riesce benissimo a soddisfare gli ascoltatori più recenti, copertina stilizzata, digipack nero, logo in bella mostra e via, non serve altro. Gli Immortal non solo sono tornati, ma non se ne sono mai andati, ragazzi, l'unico difetto di questo album, è che finisce!

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Enzo Prenotto:
1. Judas Priest - Firepower
2. Emma Ruth Rundle – On Dark Horses
3. Green Druid – Ashen Blood
4. Tribulation – Down Below
5. Messa – Feast for Water
6. Nashville Pussy – Pleased to Eat You
7. The Devil’s Trade - What Happened to the Little Blind Crow
8. Visigoth – Conqueror’s Oath
9. Hildr Valkyrie - Revealing the Heathen Sun
10. Sojourner – The Shadowed Road

Come ogni anno le uscite sono tante ma ho notato un calo qualitativo generale abbastanza preoccupante. Molti magari noteranno la mancanza in classifica di moltissimi album, ma il tempo materiale per ascoltare tutto non c’è mai. In ogni caso i Judas Priest hanno sfornato un disco incredibile ed inaspettato, Emma Ruth Rundle qualsiasi cosa faccia riesce a creare una magia che solo la sua voce e la sua chitarra possono dare, mentre i Green Druid si confermano come una delle migliori new entry in ambito stoner/doom. 
I nostrani Messa hanno sfornato un secondo disco meraviglioso con sfiziose incursioni dark/jazz, il rock’n’roll non morirà mai finchè ci saranno formazioni come le Nashville Pussy. Il nuovo album di The Devil’s Trade è uno dei migliori esempi di cantautorato in salsa folk alla Scott Kelly, l’epic metal delle nuove leve risponde al nome dei Visigoth e del loro Conqueror’s Oath, seguito a ruota dalle atmosfere bathoryane della valchiria Hildr Valkyrie. I Sojourner continuano il magico viaggio con il loro secondo lavoro ancorato al loro pagan/black metal dai toni fantasy e fiabeschi. Gli album sono in ordine sparso in quanto ritengo sia impossibile dare una classifica. Auguro un buon anno a tutti e che porti sempre buoni ascolti di grande musica! Un abbraccio!

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Luigi Macera Mascitelli:
1. Shining (Swe) - X – Varg Utan Flock
Primo posto estremamente difficile da assegnare quest’anno, ma alla fine ha vinto il cuore: una band che segnò la mia vita sin dalle prime note del primo giorno che iniziai ad ascoltarla e che con “X – Varg Utan Flock” non ha perso un colpo. Questo decimo lavoro degli svedesi Shining continua a farci scoprire l’anima dannata e tormentata di Niklas rendendoci parte di un’agonia che non avrà mai fine. Un capolavoro di album per gli amanti del depressive black metal, di quelle sonorità fredde ed evanescenti che ti gettano in un turbinio di follia e nichilismo totale. La disperazione fatta musica. 
2. At the Gates - To Drink From the Night Itself
E come potevano non esserci loro, gli dei del melodic death svedese? Il quintetto capeggiato dal mitico Tomas "Tompa" Lindberg, dopo il celebre “At War With Reality” del 2014, riesce a tirare fuori l’ennesima perla di rara bellezza: una carneficina di riff taglienti, veloci e distruttivi. Gli At The Gates ne hanno fatta di strada e, dopo quasi un ventennio di inattività, la formula è sempre stata una ed una soltanto: zero fronzoli. Questo “To Drink From The Night Itself” è la prova che, a volte, restare fedeli alle proprie origini ripaga di tutto. 
3. Coffin Birth - The Serpent Insigna
Italia al podio con questa bomba di debutto del supergruppo italo/maltese Coffin Birth! Nata dai membri di Fleshgod Apocalypse, Hour Of Penance e Beheaded, la band ci sbatte in faccia un Death metal della madonna (si può dire si?) che farebbe impallidire realtà ben più radicate nel genere. Signori, qui ci troviamo di fronte ad un momento storico per la scena metal italiana; ascoltare per credere! Produzione superba, ritmiche serrate, voce distruttiva e cattiveria a secchiate… cosa altro chiedere? Complimenti ragazzi! 
4. Artillery – The Face of Fear 
5. 1914 – The Blind Leading the Blind
6. Necrodeath – The Age of Dead Christ
7. Immortal – Northern Chaos Gods
8. Ihsahn – Amr
9. Sadist – Spellbound
10. Judas Priest – Firepower

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Gianni Izzo:
1. Orphaned Land - Unsung Prophets & Dead Messiah
Ok ho un debole per gli Orphaned Land, tanto che mi era piaciuto persino “All Is One” che di fatto non è niente di più che un pop/rock album, anche abbastanza sempliciotto, tolte le scale doppie armoniche. Contro ogni previsione gli Orphaned Land invece sono tornati al metal, con tanto di growling (e tra gli ospiti abbiamo anche il cantante degli At The Gates), e di progressive (altro ospite è Steve Hackett), ma senza dimenticare la parte più sinfonica e corale della loro musica (terzo ospite è Hansi Kursch). Non saremo ai livelli di “Mabool” e “Neverending Way…”, ma dopotutto il buon Yossi Sassi ha lasciato il gruppo anni or sono, e sappiamo che era lui il vero compositore con il pallino del progressive degli Orphaned Land. “Unsung Prophets” segna comunque un promettente ritorno sulle scene ai massimi livelli, o quasi. 
2. Barren Earth - A Complex of Cages
Per quanto complessa e piena di passaggi che vanno dal prog anni ’70 al melodic death con sfumature folk, i Barren Earth hanno trovato a tutti gli effetti la loro comfort zone già con il precedente “On Lonely Tower”. “A Complex Of Cages” è semplicemente il continuo di un percorso musicale creato da Olli Pekka Laine, (oggi di nuovo anche negli Amorphis), che ha dato vita ad una band che ci dice che i compari Amorphis avrebbero potuto fare molto di più se seguivano l’inclinazione ed il coraggio del loro bassista. 
3. Lou Quinse - Lo Sabbat
Non potevo non dare a sti matti una delle tre posizioni del podio. Il loro folk metal ispirato ai canti alpini, è qualcosa di estremamente originale, ben costruito, ben suonato, ricco di sfaccettature. Grande tecnica, allegria, una mistura di passaggi musicali che uniscono metal e musica popolare coinvolgendoti dalla prima all’ultima nota. Tutto il disco è cantato in occitano
4. Amorphis - Queen of Time
Insieme a “Silent Waters” e, sebbene in misura minore “Skyforged”, “Queen Of Time” rappresenta il meglio degli Amorphis da quando ne è entrato a far parte Tomi Joutsen. Una formula già proposta, ma che in qualche modo risulta fresca e per niente ridondante, sbloccando la band nuovamente da uno stallo compositivo che protraeva già da qualche anno. 
5. Nanowar Of Steel - Stairway to Valhalla
Oltre a strapparti più di un sorriso, gli unici del genere, i Nanowar Of Steel, si fanno notare in questo disco soprattutto per una bravura che non ha niente da invidiare alle band che di fatto i nostri prendono in giro. Produzione egregia, ottima tecnica, e capacità di non essere mai scontati sia nelle musiche che nei testi, con un ospite d’eccezione: Fabio Lione. Questo è l’unico disco dove potete sentire insieme: i Rhapsody, i Manowar, i Blind Guardian, i Queen, i Judas Priest, i Bee Gees, i Pink Floyd etc. etc. Dove tutti coabitano gli uni con gli altri senza forzature alcune. Bisogna essere oltremodo capaci per potersi permettere di fare gli scemi ed essere comunque presi sul serio. 
6. Dyrnwyn - Sic Transit Gloria Mundi
Un ottimo primo full-length per i capitolini Dyrnwyn che riescono ad unire un potente e marziale folk/viking metal con sinfonie epiche e severe, il tutto ispirato alla storia dell’Antica Roma, con un approccio personale e lontano da alcune soluzioni un po’ troppo pacchiane stile Ex Deo.  
7. Immortal - Northern Chaos Gods
Non ci scommettevo molto sul nuovo album degli Immortal. Invece Demonaz ha sottolineato che gli Immortal vivono alla grande anche senza Abbath. L’album ripropone sempre uno black metal epico, ma molto più sobrio di quanto sentito su “All Shall Fall”, quasi minimale, un ritorno al più lontano passato, con una produzione moderna e potente. 
8. Avatar - Avatar Country
Non siamo ai livelli dell’ottimo “Feathers & Flesh”, ma il nuovo, stralunato, concept degli svedesi Avatar, conferma la bontà e l’originalità del loro songwriting che, da quando si è scostato dal puro melodic death degli esordi, ricreandosi in questa sorta di melting pot tra generi, ha donato ai nostri un casino di strade da percorrere, tra il serio ed il faceto. Gli In Flames dovrebbero prendere nota insomma.  
9. Kalmah - Palo
Considerati da molti, i fratelli minori dei Children Of Bodom, non posso dire che abbiano mai fatto un album all’altezza dei primi due dei conterranei, ma di certo, al contrario dei Children, non hanno mai toppato un disco che uno, facendo sempre il proprio lavoro al meglio. “Palo” non si discosta da questo trend, con il melodic death/folk dei Kalmah si va sul sicuro. 
10. Judas Priest - Firepower
“Firepower” propone quanto di meglio sanno fare i Judas Priest del 2018, che sembrano rinati da un paio di album a questa parte. In più qui abbiamo una produzione che ridà potenza alla loro musica e alla voce di Rob Helford, letteralmente affossata nel precedente “Redimeer…”. Insomma “Firepower” è sicuramente il disco più riuscito dai tempi della pietra miliare “Painkiller”

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Danilo Dardano:
1. Judas Priest - Firepower
2. Abysmal Grief - Blasphema Secta
3. Marduk - Viktoria
4. Mournful Congregation - The Incubus of Karma
5. Voivod - The Wake
6. Necrophobic - Mark of the Necrogram
7. Sojourner - The Shadowed Road
8. Immortal - Northern Chaos Gods
9. Selvans - Faunalia
10. Summoning - With Doom We Come

Difficile trovare qualcosa che strabiliasse quest'anno... se non fosse stato per i Judas Priest che hanno tirato fuori il disco del secolo, staremmo a parlare di un'annata molto molto fiacca. Il nuovo dei Marduk conferma le loro già note qualità da schiacciasassi senza pietà. Gli Abysmal Grief non li conoscevo, mi hanno veramente colpito con questo "Blasphema Secta", penso che recupererò tutto quello che hanno fatto prima di quest'anno appena potrò. Onore ai nostrani Selvans, che se con il primo disco "Lupercalia" mi avevano lasciato con l'amaro in bocca, con il secondo hanno centrato il colpo.

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Francesco Noli:
1. Judas Priest - Firepower
2. Michale Schenker fest – Resurrection
3. Deicide - Overtures of Blasphemy
4. Dee Snider - For the Love of Metal
5. Smashing Pumpkins - Shiny and oh...
6. Satan - Cruel Magic
7. Axxis - Monster Hero
8. Loudness - Rise to Glory
9. Turbonegro - Rock N' Roll Machine
10. Meliah Rage - Idol Hands

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Federico Orano:
1. Seventh Wonder – Tiara
L'attesa era tanta ma i SW sono dei fenomeni e Tiara è un lavoro perfetto dall'inizio alla fine.
2. Riot V - Armor of Light
Altro disco attesissimo, forse non siamo ai livelli del predecessore ma il power/heavy metal dei Riot V è ancora al top!
3. Kingcrow - The Persistence
Difficile ripetersi ma i nostrani Kingcrow ce l'hanno fatta ancora. La band matura anno dopo anno, release dopo release. Quando ci accorgeremo della grandezza di questa band tutta italiana?
4. Dukes of the Orient - Dukes of the Orient
Prog rock di classe!
5. Cayne - Beyond the Scars
Che sorpresa i Cayne! Impossibile non innamorarsi del loro "Beyond the Scars" dove su un sound alternativo si stendono calde melodie avvolte da un violino sempre protagonista
6. Saratoga – Aeternus
Potenza a mille ma anche tanta melodia nel nuovo lavoro della storica band madrilena. Heavy/power al suo meglio e in lingua spagnola.
7. The Moor - Jupiter's Immigrant
Dal Veneto o dalla Svezia? Un gran disco per gli amanti della scena nordica per una band tutta italiana.
8. Frozen Crown - The Fallen King
Suonare power metal con voce femminile risultando freschi e frizzanti? Si può con i giovanissimi Frozen Crown!
9. Magnum – Lost on the Road to Eternity
Onore ai Magnum che non deludono mai e a questo nuovo disco che ha girato nel mio stereo per ore ed ore ed ore...
10. Shiraz Lane - Carnival Days
Giovani ma con tanto da dire. Carnival days è un disco capace di appassionare e di suonare melodic hard rock con un sound fresco spumeggiante, cosa tutt'altro che facile.

Menzione d'onore per:
Heir Apparent – The View from Below e Fifth Angel - The Third Secret

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Ninni Cangiano:
1. Derdian – Dna
2. Temperance – Of Jupiter and Moons
3. Devious Mine – Exilium
4. Frozen Crown – The Fallen King
5. This Void Inside – My Second Birth My Only Death
6. Chronosfear – Chronosfear
7. Dark Horizon – Aenigma
8. Deathless Legacy – Rituals of Black Magic
9. Hammer King - Poseidon Will Carry Us Home
10. Orion’s Reign – Scores of War

Chi sostiene che il power metal non abbia più nulla da dire e che nel metal in generale nel 2018 non ci siano state grandi uscite evidentemente ha una visione solo parziale (dovuta probabilmente a gusti particolari) ed ignora che nell’ultimo anno ci sono state vere e proprie perle. Sono stato davvero in difficoltà per individuare quali siano stati i dischi migliori dell’anno, dato che ne sono usciti in quantità notevole di ottima qualità. Ho dovuto gioco forza eliminare numerosi dischi che avrebbero ugualmente meritato di essere invece inclusi, citazione d’obbligo quindi anche per gli ultimi dischi di Dragony, Armored Dawn, Primal Fear, Aexylium, Dire Peril, Vivaldi Metal Project, Artillery, Elvenstorm, Metalwings, Arion, Frozen Land, Kalidia e Dyecrest. Personalmente credo che l’ultimo disco dei Derdian sia un pizzico superiore a tutti gli altri per la qualità che, da sempre, contraddistingue una band fin troppo sottovalutata. Completano il podio l’ottimo disco dei Temperance, la cui nuova formazione è strepitosa, nonché il debut album dei Devious Mine, semplicemente perchè non è previsto l’ex-aequo con il debut dei Frozen Crowm, entrambi di qualità superlativa.

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Corrado Franceschini:
1. Voivod – The Wake
2. Strana Officina – Non Finirà Mai
3. Grave Digger – The Living Death
4. Magnum – Lost on the Road to Eternity
5. Phil Campbell and the Bastard Sons – The Age of Absurdity
6. Pino Scotto – Eye For An eye
7. Bad Bones – High Rollers
8. Princess – Princess
9. Stagma – Stagma

Nella top ten trovate solo nove posizioni dato che il mio anno da recensore è stato dedicato a parecchi “ripescaggi”. Il 2018 ha dimostrato ancora una volta, come i vecchi leoni non hanno nessuna voglia di abdicare lasciando il trono/regno in mano ai “figli” più giovani. Nonostante questo nella realtà italiana, e mondiale, c’è un fermento inarrestabile e troviamo gruppi validi che si fanno largo a suon di energia, concerti e sudore. Da recensore posso solo dirvi che, se avete voglia di scoprire nuove band, là fuori c’è un mondo che vi aspetta. Si fa un gran parlare di supporto alla scena, parlo di quella italiana, e poi trovo alcuni gruppi che non hanno voglia di promuoversi e/o non vanno a vedere/supportare gli altri. Questo fatto, unito a una realtà estremamente frazionata in generi diversi e a locali che non danno spazio alla nostra musica (in parte li capisco se devono trovarsi venti persone a un concerto), fa sì che rimaniamo confinati in un angolino. Se quando riesco ad andare ai concerti lo faccio io a 55 anni potete farlo anche voi, non vi pare? Buon 2019

Ultima modifica il Domenica, 17 Novembre 2019 09:53
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