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Il debut album dei Kalashnikov Il debut album dei Kalashnikov Hot

Il debut album dei Kalashnikov

recensioni

titolo
"Kalashnikov"
etichetta
Alone Records
Anno

 

TRACKLIST:

1.      Kalashnikov

2.      Kamikaze

3.      Cannon ball

4.      Metal commando

5.      Shell shock

6.      Hell czar

7.      Speed of killing

8.      Heads hunter

9.      SS 20

10.  War paints

11.  Afghanistan

 

 

LINE-UP:

Dave Damian – Bass

Johnny Pezzola – Drums

Randy Rush – Guitars

Germano Quintabà - Vocals

opinioni autore

 
Il debut album dei Kalashnikov 2018-12-11 12:12:20 Ninni Cangiano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    11 Dicembre, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

E’ da breve tempo iniziata la collaborazione tra allaroundmetal.com e la label greca Alone Records, specializzata in heavy metal classico e generi affini, spesso dal sapore old-style. Nell’ottica di questa collaborazione, ci sono arrivati pochi giorni fa dalla Grecia alcuni dischi pubblicati nel recente passato dall’etichetta, fra cui vi è anche il debutto omonimo dei marchigiani Kalashnikov, uscito originariamente come autoproduzione nel 2015 e poi pubblicato dalla Alone nel 2016. Il gruppo marchigiano usa tematiche di guerra nei testi, come si può ben immaginare dal nome, ed è capitanata da quel Germano Quintabà che i più attenti ricorderanno anche nei Centvrion, fino a circa una decina d’anni addietro. Il falsetto acuto ed isterico di Quintabà ricorda vagamente lo stile del mitico Rob Halford e connota in maniera molto particolare il sound dei Kalashnikov, dando quel tocco quasi epic al tutto; la band, infatti, suona un classicissimo heavy metal, con qualche tocco epic, ma anche speed/thrash, per una musica decisamente old-fashioned che un vecchio true defender come il sottoscritto non può non apprezzare. Lo stile così particolare del cantante potrà anche non far impazzire, ma è indubbio che risulta subito riconoscibile. Una dopo l’altra scorrono vere e proprie mazzate che hanno forse solo il difetto di essere un po’ troppo lunghe (quasi tutti i brani superano i 5 minuti di durata), perdendo un po’ in efficacia. Inutile poi addentrarsi nel discorso originalità; non è questo l’intento dei Kalashnikov ed è chiaro sin dai primi secondi dell’opener omonima. La band marchigiana non ha composto un album che passerà alla storia, ma un disco onesto e massiccio, composto da 11 buoni pezzi di heavy metal adatto a chi ha qualche annetto in più sulle spalle....

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