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Ostura, un disco non semplice da ascoltare e forse un po' troppo lungo Ostura, un disco non semplice da ascoltare e forse un po' troppo lungo Hot

Ostura, un disco non semplice da ascoltare e forse un po' troppo lungo

recensioni

gruppo
titolo
"The room"
etichetta
Universal Music MENA
Anno

 

TRACKLIST:

1. The room

2. Escape

3. Beyond (The new world)

4. Let there be

5. Erosion

6. Only one

7. Mourning light

8. Deathless

9. Darker shade of black

10. The surge

11. Duality

12. Exit the room?

 

 

LINE-UP:

Youmna Jreissati – Vocals as the Girl

Elia Monsef – Vocals as Erosion, Charango, Additional Acoustic Guitar, Programming, Engineering, Media

Daniel Bou-Maroun – Piano, Keyboards, Orchestration, Programming, Cubase Operation, Premixing, Additional Percussions

Alain Ibrahim – Acoustic Guitar, Rhythm Guitars, Additional Guitar co-arrangements

Alexander Abi Chaker – Additional Percussions, Drum co-arrangements on tracks (1,2,4,5,8)

 

Guest Musicians:

Michael Mills – Vocals as Utopia

Thomas Lang – Drums (Recorded in his home studio in LA, California, USA)

Dan Veall – Bass Guitar

Marco Sfogli – Lead Guitar on tracks (1,2,3,5,8,11)

Arjen Anthony Lucassen – Lead Guitar On track 9

Özgür Abbak – Lead Guitar on track 6

The City of Prague Philharmonic Orchestra conducted by Danny Bou-Maroun

The Lebanese Filmscoring Ensemble – Choirs, Strings Quartet

Yamane Al Hage – Violin Solo on tracks (3,8,9)

Jokine Solban – Violin Solo on track 2

Nobuko Miyazaki – Flutes on tracks (9,11)

Mohannad Nassar – Oud on tracks (5,10)

Roger Smith – Cello on tracks (1,10,12)

opinioni autore

 
Ostura, un disco non semplice da ascoltare e forse un po' troppo lungo 2018-07-29 08:31:16 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    29 Luglio, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Lo ammetto, ci ho messo davvero parecchio tempo per fare questa recensione, ogni volta che mi capitavano sotto mano i files di questo disco mi mancava il coraggio di mettermi all’ascolto, vedendo la durata dell’album di quasi un’ora e un quarto; nella tracklist, inoltre, ci sono due pezzi di 12 e 9 minuti ed un sacco che durano oltre 6 minuti, roba da mettere a dura prova anche la pazienza di un santo! E’ stato quando mi stavo per accingere ad un lungo tragitto in auto che mi è venuta voglia di mettermi all’ascolto, tanto avevo qualche ora da spendere in viaggio... Obiettivamente i componimenti degli Ostura sono abbastanza prolissi e pieni zeppi di orpelli che appesantiscono l’ascolto in maniera evidente; molti brani funzionerebbero molto meglio con un songwriting più snello; mi viene in mente ad esempio “Erosion”, canzone piacevole che ricorda anche un po’ i grandissimi Cynic in certe linee vocali ma che, se durasse 2-3 minuti in meno, sarebbe decisamente migliore. Avevo letto che il sound degli Ostura è un symphonic heavy/power metal, di fatto il gruppo libanese suona prevalentemente prog, sia pure sinfonico (c’è pure un’orchestra sinfonica tra gli ospiti!), ma di power c’è davvero poco o niente. La loro proposta è molto complessa, sia prettamente per la parte strumentale, ma anche per il gioco fra diverse voci, quella femmnile di Youmna Jreissati e quella maschile di Elia Monsef, oltre a quella dell’ospite Michael Mills, spesso piene di effetti. L’ascolto, oltre che per l’elevato minutaggio, diventa complesso e complicato anche per le tantissime atmosfere che la band ricava anche all’interno di una stessa canzone (emblematica, in tal senso, l’affascinante “Deathless”). Anche questa, come per l’elevato minutaggio, è un’arma a doppio taglio, dato che chi non è abituato a certe sonorità complesse potrebbe faticare a comprenderle, archiviando prematuramente ed immeritatamente questo disco. Già, perchè, nonostante tutto, “The room” è un album sicuramente valido ed affascinante. Di certo, se gli Ostura impareranno ad essere meno prolissi e faranno maggiore attenzione all’efficacia del proprio songwriting, il loro prossimo disco sarà ancora più interessante e coinvolgente; per adesso accontentiamoci di quanto hanno saputo realizzare in questo loro secondo album, non semplice e da ascoltare con tutta l’attenzione che merita.

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