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Un'attesa lunga nove anni ma di cui è valsa la pena: ritornano alla carica i canadesi Augury Un'attesa lunga nove anni ma di cui è valsa la pena: ritornano alla carica i canadesi Augury Hot

Un'attesa lunga nove anni ma di cui è valsa la pena: ritornano alla carica i canadesi Augury

recensioni

gruppo
titolo
Illusive Golden Age
etichetta
The Artisan Era
Anno

PROVENIENZA: Canada 

GENERE: Progressive Death Metal 

SIMILAR ARTISTS: Beyond Creation, Obscura, Gorod, Alkaloid 

LINE UP: 
Patrick Loisel - vocals, guitars 
Mathieu Marcotte - guitars 
Dominic Lapointe - bass 
Antoine Baril - drums 

TRACKLIST: 
1. Illusive Golden Age [05:49] 
2. The Living Vault [06:07] 
3. Carrion Tide [05:03] 
4. Mater Dolorosa [06:50] 
5. Maritime [04:31] 
6. Message Sonore [03:22] 
7. Parallel Biospheres [04:31] 
8. Anchorite [08:07] 

Running time: 44:20 

opinioni autore

 
Un'attesa lunga nove anni ma di cui è valsa la pena: ritornano alla carica i canadesi Augury 2019-01-22 19:41:53 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    22 Gennaio, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Per gli amanti del Progressive Death, quello degli Augury era di certo uno dei ritorni più attesi. Sono passati infatti nove anni da "Fragmentary Evidence" prima che i prog-death metallers di Montreal si riaffacciassero con una nuova release: "Illusive Golden Age", prodotto da The Artisan Era. Poco è cambiato da allora, visto il rientro quasi subitaneo in formazione del guru dei bassisti del genere, Dominic Lapointe - che nel frattempo ha lasciato i Beyond Creation -, e con l'unica novità sostanziale dietro le pelli: nel dentro-fuori di Étienne Gallo, il drummer è al momento fuori sostituito - di nuovo - da Antoine Baril. Con uno stile che li mette sullo stesso piano degli stessi Beyond Creation, oltre che dei vari Obscura e Gorod, gli Augury hanno mantenuto intatta la loro caratteristica, ossia quella di unire alle loro eccellenti doti tecniche anche un impatto sonoro più duro rispetto ai colleghi, come ad esempio nelle furiose "Mater Dolorosa" e "Carrion Tide", senza dimenticare l'inizio di gran carriera con la title-track; ovviamente non vanno a mancare episodi squisitamente Progressive come nella spettacolare parte centrale di "The Living Vault" ed in "Message Sonore", ma ciò che appunto riesce a colpire sempre maggiormente degli Augury è la loro capacità di non ammorbidire di una virgola la loro componente Death. Ed è grazie a questo che ci ritroviamo con brani dai riff granitici come la già citata "Carrion Tide" o "Parallel Biospheres"... senza contare il cavernoso growl di Patrick Loisel, che detto in tutta sincerità non sfigurerebbe su di un album dei Vomitory. Discorso a parte va poi fatto per Dominic Lapointe: il bassista canadese è tra i maggiori punti di riferimento del genere - come può essere un LG Petrov per l'old school Swedish Death o un Rob Halford o Steve Harris per l'Heavy classico - ed è qui autore della solita prova maestosa, seppur meno presente rispetto a quanto fatto con i Beyond Creation, la sua mano si sente eccome in questa nuova fatica targata Augury.
Avrete capito insomma che quello degli Augury è un ritorno più che gradito; il quartetto canadese mancava all'appello da troppo tempo ed il loro stile, così simile ma anche così diverso rispetto a colleghi di pari livello, porta quell'aria per certi versi diversa di cui, diciamocelo, se ne sentiva il bisogno. Speriamo solo, ora, di non dover aspettare altri nove anni per un nuovo lavoro.

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