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Buon debutto per i campani Jumpscare, ma attenzione al sound proposto Buon debutto per i campani Jumpscare, ma attenzione al sound proposto Hot

Buon debutto per i campani Jumpscare, ma attenzione al sound proposto

recensioni

gruppo
titolo
Don't Close Your Eyes
etichetta
Autoproduzione
Anno

Tracklist:

  • 1.Dead Bodies
  • 2.Don't Close Your Eyes
  • 3.Earth Decay
  • 4.Falling Tears
  • 5.Mate Feed Kill Repeat
  • 6.Paralyzed
  • 7.Seventh Circle 
  • 8.Sickness


Line-up:

  • Ciro "Kirion" Silvano  - Vocals
  • Andrea Di Martino - Lead Guitars
  • Vincenzo "Vic" Mussolino  Rhytm Guitar 
  • Salvatore Andrea Ciccarelli - bass
  • Graziano Ciccarelli - drums 

 

opinioni autore

 
Buon debutto per i campani Jumpscare, ma attenzione al sound proposto 2019-10-20 18:13:38 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    20 Ottobre, 2019
Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 2019
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Nati solamente 4 anni fa in terra campana e con all'attivo solo due Ep e qualche demo, i Jumpscare entrano definitivamente nel panorama melodeath europeo con il loro primissimo album, "Don't Close Your Eyes". Totalmente votato a quelle sonorità scandinave che tanto ci piacciono -ma non solo- , il prodotto in questione si presenta fin da subito granitico, maturo ed energico, quasi si trattasse della produzione di una band già bella avviata. Un disco, quindi, che sa rifarsi sapientemente ai più che famosi Dark Tranquillity, Soilwork, e primi In Flames, ma che non disdegna le influenze provenienti anche dal panorama metalcore, quali Darkest Hour e Sylosis tanto per citare qualche nome. Il risultato sono otto tracce che per oltre mezz'ora sapranno tenervi incollati alle casse dello stereo.
"Don't Close Your Eyes" è il classico lavoro dal sapore universale che vuole rivolgersi ad un vasto pubblico con un sound in grado di soddisfare i vari gusti musicali. Da qui la domanda fondamentale: prova superata? Andiamo con ordine e lo scopriremo. Innanzitutto, come detto qualche riga prima, la cosa che più mi ha colpito è la grinta e la furia che si respira durante tutto l'ascolto: l'opener "Dead Bodies" rende subito l'idea e ci propone un riff bello pesante e cadenzato sorretto da un background elettronico/sinfonico e da una batteria galoppante. Buona anche la performance vocale di Ciro nella quale la fanno da padrona le influenze di Stanne e Friedén.
Secondo punto che mi ha stupito di questi ragazzi napoletani: la maturità. Se prendiamo tre delle tracce che ritengo essere le migliori, ovvero "Don't Close Your Eyes", "Earth Decay" e "Mate Feed Kill Repeat", subito si capisce cosa intendo. Oltre ad andamento sempre cadenzato e mai incespicante, i nostri riescono a destreggiarsi piuttosto bene con il songwriting proponendo dei pattern e dei ritornelli molto catchy e funzionali. Segno, questo, che parliamo di persone non sprovvedute ma, al contrario, preparate e con un unico filo conduttore: essere diretti! Da questo punto di vista la prova è più che superata.
Unico appunto che mi permetto di fare è quello di fare attenzione a due pericoli che sono sempre dietro l'angolo: le ruffianate e la monotonia. Mi spiego. Un sound che si presenta così -volutamente?- aperto rischia di dover cadere in ruffianate per l'appunto al fine di piacere a tutti i costi. Gli In Flames odierni sono l'esempio perfetto: soluzioni trite e ritrite per imbonire l'ascoltatore con un prodotto sì valido, ma nulla di più. Da qui segue il secondo punto, ovvero la monotonia. "Don't Close Your Eyes" risulta leggermente contaminato da queste due componenti, perciò consiglio di fare attenzione a dove si vuole andare a parare.
In definitiva ci troviamo davanti ad un disco che, come primo album, si presenta fresco, grintoso e suonato a mestiere. Ascolto consigliato e complimenti alla band per il buon inizio!

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