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Mechanical God Creation: il ritorno di un'eccellenza dell'underground italiano Mechanical God Creation: il ritorno di un'eccellenza dell'underground italiano Hot

Mechanical God Creation: il ritorno di un'eccellenza dell'underground italiano

recensioni

titolo
The New Chapter
etichetta
The Goatmancer Records
Anno

PROVENIENZA: Italia 

GENERE: Technical Death Metal 

FFO: Nervosa, Arch Enemy, Slayer, Allagaeon 

LINE UP: 
Luciana Catananti - vocals 
Deimos - guitars 
Mirko Frontini - guitars 
Jesus - bass 
Carlo Molinara - drums 

TRACKLIST: 
1. The New Chapter [02:23] 
2. I Am the Godless Man [03:46] 
3. Till the Sun Is No Longer Back [05:24] 
4. Walking Dead (pt.I) [03:33] 
5. Before the Dawn [02:16] 
6. Overlord (pt.II) [05:04] 
7. What Remains (pt.III) [01:55] 
8. Black Faith [04:12] 
9. Dark Echoes [04:03] 
10. Bow to Death [05:52] 
11. Warface [05:10] 
12. Red Blood on White Snow [04:16] 

Running time: 47:54 

opinioni autore

 
Mechanical God Creation: il ritorno di un'eccellenza dell'underground italiano 2019-05-07 18:23:58 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    07 Mag, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo l'uscita dell'album "Artifact of Annihilation" (2013, WormHoleDeath), c'è stato un momento in cui sembrava si potesse cominciare quasi a preparare la pietra tombale con su il nome dei Mechanical God Creation. Non l'ha fortunatamente pensata così la vocalist Luciana "Lucy" Catananti: rimasta come unico membro originario, la cantante meneghina ha stravolto tutto con l'ingresso di quattro nuovi compagni di viaggio, tre dei quali (i chitarristi Deimos e Mirko Frontini, oltre al batterista Carlo Molinara) ancora presenti oggi all'uscita di "The New Chapter", terzo studio album per i deathsters lombardi. Mai titolo fu più azzeccato, visto che di vero e proprio nuovo capitolo si tratta per i MGC; sono passati ben sei anni da "Artifact...", sei anni in cui comunque la band milanese non è riuscita a trovare una stabilità finale con quattro bassisti che si sono avvicendati prima che il quinto, Jesus, entrasse in pianta stabile e portasse finalmente alle registrazioni di questa nuova fatica. Ed il risultato di tutto questo lo possiamo sentire in "The New Chapter": l'album infatti ci regala i MGC in forma stratosferica e, senza girarci tanto attorno, incazzati neri. Seppur alcune soluzioni melodiche del passato sono ancora presenti, il sound dei MGC sì è discretamente incattivito: il suono è compatto e rabbioso, violento, tagliente, con le chitarre di Deimos e Frontini devote agli insegnamenti della coppia King/Hanneman, una sezione ritmica tellurica con il neo-entrato Jesus che trova subito l'amalgama perfetta con l'incessante e forsennato drumming di Carlo Molinara, ed infine con una Lucy che di offre una prestazione al microfono sontuosa! Chi ha avuto modo di leggere le mie recensioni passate (non solo qui), avrà di certo capito che sono poche le vocalist estreme che sono state capaci di colpirmi: Lucy Catananti è di certo tra queste, soprattutto alla luce di "The New Chapter"; a chi tanto idolatra la sempre troppo sopravvalutata Alissa White-Gluz, non posso che consigliare l'ascolto di questo disco per capire cosa una cantante Death Metal deve essere. Venendo a "The New Chapter" nello specifico, per quanto le doti tecniche dei Nostri siano indubbie è soprattutto il mostruoso impatto che danno i MGC a colpire: un assalto ad armi spianate che comincia dalle prime note di "I Am the Godless Man" e che non termina se non sulle ultime note dell'album (le sole "pause" sono date della strumentale "Before the Dawn" e dall'incipit di "What Remains (pt.III)"), con nel mezzo l'artiglieria pesante composta da pezzi come "Walking Dead (pt.I)", "Till the Sun is No Longer Black", "Bow to Death" e, soprattutto, quella "Black Faith" la cui potenza è a dir poco annichilente.
"The New Chapter" è da ascrivere come merito primario ala perseveranza della carismatica vocalist e fondatrice, ma meriti non vanno tolti ai musicisti cui si è circondata: una rifondazione dalle fondamenta che ha portato i Mechanical God Creation a tirare fuori quello che è ad oggi il miglior lavoro della loro discografia. Oltre che una delle migliori uscite dell'underground europeo di tutta l'annata.

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10
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