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Sempre più orientati verso un power/prog tecnico con questo loro nuovo album i nipponici Saber Tiger. Sempre più orientati verso un power/prog tecnico con questo loro nuovo album i nipponici Saber Tiger. Hot

Sempre più orientati verso un power/prog tecnico con questo loro nuovo album i nipponici Saber Tiger.

recensioni

titolo
Obscure Diversity
etichetta
Sliptrick Records
Anno

Line up:

Akihito Kinoshita – guitars

Yasuhanu Tanaka – guitars

Takenori Shimoyama – vocals

Yasuhiro Mizuno – drums

Hibiki - bass

 

Tracklist:

  1. Daguerrotype of Phineas Gage
  2. The Crowbar Case
  3. The Worst Enemy
  4. Stain
  5. Beat of the War Drums
  6. Distant Signals
  7. The Shade of Holy Light
  8. Permanent Rage
  9. Seize Your Moment
  10. Divide to Deny
  11. Paradigm and Parody
  12. The Forever Throne
  13. The Forever Throne (Acoustic version)

opinioni autore

 
Sempre più orientati verso un power/prog tecnico con questo loro nuovo album i nipponici Saber Tiger. 2018-12-19 18:27:51 Virgilio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Virgilio    19 Dicembre, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Appena pochi mesi fa avevamo recensito “Bystander Effect”, un album che i nipponici Saber Tiger avevano originariamente pubblicato nel 2015, ma per il quale solo quest’anno era stata pubblicata una versione internazionale (peraltro con qualche differenza rispetto a quella originale). “Obscure Diversity” è invece il titolo del loro nuovo full-length, il primo al quale ha contribuito come membro ufficiale anche il bassista Hibiki. Rispetto al suo predecessore, il cui sound oscillava tra un power molto diretto ed un power/prog un po’ più complesso, la band sembra voler accentuare questo secondo aspetto. Inoltre, sembra più esaltato un approccio virtuosistico dal punto di vista strumentale, con una sezione ritmica molto tecnica e potente e un lavoro chitarristico, dalle influenze neoclassiche, davvero notevole. Per contro, la voce del cantante Takenori Shimoyama, sempre molto appassionata e grintosa, non ci è sembrata tuttavia a proprio agio in qualcuno dei pezzi più duri e aggressivi. Ad ogni modo, “Obscure Diversity” è caratterizzato dunque da un sound che riesce ad essere potente e tecnico, nel quale si possono ritrovare brani veloci e decisi come “The Crowbar Case” e “Permanent Rage”, accanto ad altri più tendenti al prog come “Distant Signals” o “Divide to Deny”. Non mancano neppure tracce più atmosferiche, come il mid-tempo di “The Shade of Holy Light” o “The Forever Throne” (proposta anche in una versione alternativa, eseguita solo con voce e chitarra acustica). “Obscure Diversity” ci presenta dunque una band che riesce ad adattare il proprio sound alle proprie attuali vocazioni stilistiche, ottenendo un disco gradevole, realizzato con esperienza e professionalità. A margine, segnaliamo, altresì, come il mixing ed il mastering siano stati curati da Simone Mularoni, in questo campo ormai una garanzia assoluta.

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