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"Chants to Irkalla", l'oscuro e sulfureo debut album dei Druj "Chants to Irkalla", l'oscuro e sulfureo debut album dei Druj Hot

"Chants to Irkalla", l'oscuro e sulfureo debut album dei Druj

recensioni

gruppo
titolo
Chants to Irkalla
etichetta
Godz ov War Productions
Anno

PROVENIENZA: U.S.A. 

GENERE: Death/Doom Metal 

FFO: Evoken, Ahab, Esoteric, Disembowelment 

LINE UP: 
Sean Holladay - vocals, guitars 
Connor Tetlow - guitars 
Wayne DeWilde - bass 
Adam Kimball - drums 

TRACKLIST: 
1. Ziggurat Ablaze [10:34] 
2. He Who Drinks of Namma [05:59] 
3. Chants of Irkalla [07:29] 
4. Consort of Sin [09:15] 
5. Invoke [04:51] 
6. Ashes of Immortality [06:45] 

Running time: 44:53 

opinioni autore

 
"Chants to Irkalla", l'oscuro e sulfureo debut album dei Druj 2018-11-21 19:46:14 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    21 Novembre, 2018
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

S'ispirano alla religione sumera gli americani Druj per questo loro primo album, "Chants of Irkalla", che segue di un solo album l'EP di debutto "The Malignant Dweller", disco con cui il quartetto proveniente dalla fredda Alaska ci porta verso i cancelli d'Irkalla, dimora ultima delle anime dei defunti stando all'antica religione mesopotamica.

Sul piano prettamente musicale, i Druj si muovono su di un Death/Doom della scuola statunitense, quello cioè quasi privo delle melodie scandinave (es.: October Tide), ma che invece verte verso sonorità più plumbee, funeree... un sound, insomma, fortemente devoto a gruppi come Evoken, ma anche i tedeschi Ahab o gli australiani Disembowelment. E' un lento discendere negli inferi, "Chants of Irkalla", un percorso di morte che ha inizio con la lunga "Ziggurat Ablaze", che tra il suo pesante, monolitico incedere e gli inquietanti arpeggi acustici, ci mostra anche uno degli highlight della band americana: il cavernoso growl di Sean Holladay. Una trama angosciosa che non cala con la seguente "He Who Drinks of Namma" e che addirittura peggiora - o migliora, dipenda da che punto la si guarda - con la title-track, in cui fanno capolino influenze Depressive Black che rendono ancor più tetro il lavoro dei Druj; un leggero cambio stilistico che trova il suo apice in "Consort of Sin", in cui Funeral e Depressive Black trovano la perfetta armonia. Mentre con "Invoke" - come così già prima con la title-track - i Druj si muovono anche nei territori dello Sludge.

"Chants to Irkalla" è un album decisamente pesante come un macigno; e come tale il suo incedere è del tutto inarrestabile, non lasciando alcuno scampo all'ascoltatore. Con le loro atmosfere sulfuree i Druj sono letteralmente capaci di trasportarci ai cancelli di Irkalla, donandoci uno dei migliori dischi in campo Death/Doom dell'annata.

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