Tracklist:
01. Devil Park
02. Hate Tyler
03 .Stop Me
04. The Different
05. Need To Hate You
06. Inferno
07. Anything Else
08. Welcome To Tortuga
09. The Great Architect
Tracklist:
01. Devil Park
02. Hate Tyler
03 .Stop Me
04. The Different
05. Need To Hate You
06. Inferno
07. Anything Else
08. Welcome To Tortuga
09. The Great Architect
Avevo parlato proprio poco tempo fa del fatto che alcune volte ad un recensore spetta l’ingrato compito di dover affrontare dischi e generi che normalmente eviterebbe ben volentieri, non rientrando nei canoni di gusto che ognuno di noi possiede.... e, guarda caso, mi capita nuovamente di dover recensire un lavoro che, nella normalità dei casi, avrei di certo evitato; ma eccoci qua e cerchiamo di giudicare “asetticamente” senza badare ai gusti personali. Gli Hate Tyler, band alessandrina nata grazie all’iniziativa del chitarrista Marco Pastorino (anche con Bejelit, Secret Sphere e The Ritual) e del bassista Luca G. Negro (anche lui nei The Ritual), con questo “The Great Architect” dalla piacevole copertina arrivano al proprio debutto discografico per l’etichetta This Is Core Music (un nome, un programma!). Il genere proposto dalla band italiana è un metalcore edulcorato da tinte prog, con ampio uso di clean vocals che, almeno per il sottoscritto, non guastano assolutamente! “The great architect” (riferimenti alla massoneria? Non saprei...) è composto da 9 pezzi, per meno di 40 minuti di musica alquanto arrabbiata e sempre ruvida e violenta, come il genere particolare impone. Fa un po’ eccezione la più melodica (oserei quasi dire “romantica”!) “Anything Else”, pezzo alquanto avulso dal contesto e molto più classicamente heavy degli altri che, fatalità, è la mia preferita dell’album. A livello tecnico, la preparazione della band è fuori discussione, così come il gusto per gli arrangiamenti e gli assoli delle chitarre del già citato Marco Pastorino e di Federico Maraucci; la registrazione, invece, per i miei canoni, non rende giustizia alla batteria, dato che trovo il rullante alquanto “freddo” e poco corposo (qualcuno utilizzerebbe il termine “stile fustino del Dash”...). Se amate i Pantera o, in genere, la musica metalcore più genuina (non quella costruita a tavolino, come spesso capita di sentire da oltre-oceano), direi che questi Hate Tyler possono fare al caso vostro, soprattutto se non siete fanatici del growling/screaming a tutti i costi.