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Spellblast: un disco praticamente perfetto! Spellblast: un disco praticamente perfetto! Hot

Spellblast: un disco praticamente perfetto!

recensioni

titolo
"Nineteen"
etichetta
autoprodotto
Anno

 

TRACKLIST:

1.      Banished

2.      Eyes in the void

3.      Highway to Lud

4.      A world that has moved on

5.      The reaping

6.      Into demon’s nest

7.      Blind rage

8.      Shattered mind

9.      Until the end

10.  We ride

11.  Programmed to serve

12.  Endless journey

13.  The calling

 

 

LINE UP:

Luca Arzuffi – guitars

Xavier Rota – bass

Daniele Scavoni – vocals

Michele Olmi - drums

opinioni autore

 
Spellblast: un disco praticamente perfetto! 2014-02-23 17:10:10 Ninni Cangiano
voto 
 
5.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    23 Febbraio, 2014
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Quando ascolto dischi come questo “Nineteen” degli Spellblast, mi convinco sempre di più dell’incapacità delle case discografiche nello scovare talenti! Una gemma come questo disco ed una band dal talento cristallino come gli Spellblast meriterebbero fior di contratti ed anche con major di livello internazionale, invece nulla! A loro tocca autoprodursi l’album, mentre le etichette sfornano in continuazione immondizie musicali che ammorbano il mercato musicale. E sono anche convinto che se questi ragazzi fossero nati in Finlandia, oppure in Germania, se non addirittura negli USA adesso sarebbero super-sponsorizzati dalla major di turno; invece sono solo italiani e, lo ripeto e lo sottolineo, sono stati costretti ad autoprodursi questo album. Mi sembra davvero assurda questa situazione, ma è così e dobbiamo prenderne purtroppo solamente atto. Ma veniamo all’album ed alla sua eccelsa musica. Sono passati 4 anni dallo splendido “Battlecry” e tante cose sono cambiate per gli Spellblast; intanto la formazione è rimasta a 4 elementi, con Luca Arzuffi e Xavier Rota (rispettivamente chitarra e basso) quali unici superstiti, accanto ai quali registriamo la presenza del nuovo singer Daniele Scavoni (molto grintoso) e del nuovo batterista Michele Olmi (davvero potente e fantasioso). Ma la novità principale sta nel sound della band: abbandonate praticamente del tutto le contaminazioni folkeggianti, adesso la musica degli Spellblast è un’ideale connubio tra i Blind Guardian e gli Elvenking, con qualche sporadico accenno agli Arthemis più recenti quando il sound tende ad indurirsi (come in “Shattered mind”). Un power metal quindi molto personale, fresco e finanche originale, particolarità estremamente difficile a riscontrarsi in un genere come questo. Doveroso, inoltre, evidenziare numerosi richiami alla musica ed alle atmosfere del Maestro Ennio Morricone, nelle sue mitiche colonne sonore di film che hanno fatto la storia del cinema mondiale; del resto trattandosi di un concept album incentrato sulla figura di un pistolero (ispirato alla saga della “Torre nera” di S. King), tali “citazioni” sono davvero calzanti. “Nineteen” è composto da 12 pezzi ed 1 intermezzo (“Highway to Lud”) semplicemente uno più bello dell’altro; un power metal che ti entra nel sangue e diventa linfa vitale per i padiglioni auricolari ed adrenalina per spingere il corpo a seguire il ritmo della musica, sia anche solo tamburellando le dita delle mani o le punte dei piedi, per non sbattere troppo il capoccione e rovinare ancora di più le vertebre cervicali. Nel lavoro ci sono comunque delle potenziali hits che potrebbero indubbiamente essere utilizzate per spingere la band e farla conoscere in giro per il mondo; mi riferisco in particolare ad “Endless journey” (la mia preferita in assoluto, dotata di un coretto che si ficca in testa immediatamente e non va più via!), “Until the end” (tra le più “morriconiane”), “Eyes in the void” (abilmente scelta anche per un video), “The reaping” (la più vicina al sound dei bardi di Krefeld e che non sfigurerebbe affatto in un loro disco) “The ride” (mai titolo più giusto per una vera e propria cavalcata metallica!), “Programmed to serve” (con un lavoro chitarristico di Luca Arzuffi eccezionale!) ed “A world that has moved on” (in cui Michele Olmi mette in mostra le sue doti); è comunque tutto il disco a colpire in senso positivo, senza lasciar nemmeno un attimo di cedimento a livello qualitativo. In conclusione, “Nineteen” degli Spellblast sarà sicuramente uno dei dischi migliori del 2014 e non solo in ambito power; per quanto mi riguarda: una gemma di valore assoluto con pochi eguali.

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